Inclusione

Sport e disabilità: il mondo del calcio scende in campo per la “Special Olympics European Football Week 2019”

È stata presentata questa mattina, nella sala del consiglio federale della Figc a Roma la “Special Olympics European Football Week 2019”, in programma dal 25 maggio al 2 giugno. “È un appuntamento – ha sottolineato il presidente della Figc, Gabriele Gravina – che esalta una delle dimensioni più belle del calcio: la condivisione, lo stare insieme. È la dimostrazione più significativa di come questo splendido sport sia strumento di inclusione sociale, perché è in grado di superare barriere solo apparentemente difficili da superare. La Figc ha intenzione di occuparsi sempre con maggiore attenzione del mondo della disabilità, è al fianco di Special Olympics e di tutti i suoi atleti. La gioia che questi ragazzi donano ad ognuno di noi rappresenta una bellissima copertina del nostro sport. Sono felice perché abbiamo la possibilità di dare voce al valore del calcio come strumento di inclusione, ma il calcio è anche motore di emotività, il calcio rende speciali, tutti. È bello vedere atleti con abilità differenti giocare insieme”.
Con il supporto della Uefa, per il 19° anno consecutivo, la settimana europea interamente dedicata al calcio unificato si terrà, in contemporanea, in 50 Paesi europei coinvolgendo più di 40.000 atleti con e senza disabilità intellettive, per un totale di 450 eventi. In Italia, con il patrocinio di Figc, Lega Serie A, Lega B, Lnd, Aia e Aic, saranno oltre 3.500 gli atleti che parteciperanno a percorsi e tornei di calcio unificato con il coinvolgimento delle scuole e dei team Special Olympics presenti sul territorio. In totale sono coinvolte 11 Regioni per 25 eventi.
“Stare qui oggi, per me è una grande rivincita – ha detto David Melchiorre, calciatore che ha partecipato ai recenti Giochi mondiali Special Olympics di Abu Dhabi –. Posso raccontare come il gioco e lo sport siano importanti per la vita di tutti perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Molte cose sono cambiate, giocando in una squadra. Ho iniziato a mettermi alla prova, ad avere degli obiettivi. Per noi atleti Special Olympics questo vale ancora di più, perché possiamo praticare lo sport unificato. Nel mio team atleti con e senza disabilità giocano insieme, creando una vera inclusione perché oltre al calcio c’è l’amicizia, si sta insieme anche nel tempo libero, insomma si cresce in uno scambio continuo. Non molto tempo fa vedevo altri ragazzi giocare nel campetto sotto casa, provavo rabbia quando li vedevo divertirsi. Mi ero abituato ad essere sempre rinunciatario e pessimista. Sono partito da un campo da calcio e ora sto qui a parlare di inclusione con voi. Tutto questo grazie allo sport, che è un bel modo per risolvere i nostri problemi, perché ci aiuta a non sentirci più solo spettatori, ma protagonisti”.