Convegno missionario nazionale

Seminaristi: card. Betori (Firenze), “lo slancio missionario non può avere confini”

Si è concluso ieri il Convegno missionario nazionale dei seminaristi presso il Seminario arcivescovile maggiore di Firenze. La celebrazione eucaristica domenicale, che si è svolta nella Basilica di Santo Spirito ed ha chiuso l’evento organizzato dalla Fondazione Missio, è stata presieduta dal cardinale Giuseppe Betori. Durante l’omelia, riferendosi al Vangelo della liturgia odierna che racconta l’apparizione di Gesù Risorto sul Lago di Tiberiade, l’arcivescovo di Firenze ha lasciato ai seminaristi presenti concrete indicazioni: “I 153 grossi pesci (di cui si parla nel Vangelo di oggi, ndr) secondo san Girolamo rappresentano tutte le specie di pesci conosciute all’epoca. La Chiesa deve raggiungere tutte le specie, cioè tutto il mondo: ha un inderogabile dovere di evangelizzare. Lo slancio missionario non può avere confini”.
Il cardinale ha precisato che a fondamento dell’annuncio deve esserci la comunione di vita con Cristo: “La missione trova il suo alimento nell’eucaristia, cioè nel nutrimento della Parola, nell’esperienza della comunione”. Lasciarsi guidare dalla Parola di Gesù è il segreto della Chiesa. “È quanto vivono gli apostoli nel testo della prima lettura – ha proseguito il cardinale – dove constatiamo che essi non dubitano di lasciarsi guidare da Dio. È un’obbedienza che nasce da un’esperienza, quella di seguire Gesù. Gli apostoli non sono guidati da un’ideologia, ma stanno testimoniando un’esperienza che merita di essere creduta e seguita. Nell’obbedienza a Dio sta la vera libertà: contro ogni seduzione che ha la meglio nel mondo o davanti alla nostra fragilità o in un contesto culturale che si oppone alla Chiesa, gli apostoli non smettono mai di annunciare”. Infine il cardinale ha ricordato che “per tutti vale l’imperativo rivolto a Pietro: ‘Seguimi’. Per esserne degni e capaci, dobbiamo invocare il dono dello Spirito”. La celebrazione si è conclusa con il mandato missionario per i seminaristi presenti.