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Accoglienza: Agesci, “solitudine e indifferenza principali malattie del nostro tempo, è in gioco la nostra stessa umanità”

“Sentiamo la solitudine e l’indifferenza come le principali malattie del nostro tempo, da cui vogliamo guarire innanzitutto noi stessi: siamo consapevoli che non è in gioco solo l’umanità di chi rischia ogni giorno di soccombere, ma la nostra stessa umanità, la nostra capacità di amare e di rimanere disponibili all’incontro e alla condivisione, alla conoscenza e alla relazione”. È un passaggio del documento “La scelta di accogliere”, approvato dal 45° Consiglio generale Agesci che si è riunito a Bracciano, dal 25 aprile al 28 aprile, a cui hanno partecipato circa 350 capi scout provenienti da tutte le Regioni d’Italia. Nel testo, diffuso oggi, affermano: “Noi, capi e capo dell’Agesci, ‘scegliamo di accogliere’ perché lo facciamo da sempre. Sentiamo oggi ancora più forte l’esigenza di confermare questa scelta in ogni ambito della nostra vita, della nostra azione educativa, politica e di servizio, nelle nostre famiglie, nei nostri gruppi, nella Comunità civile e nella Chiesa”.
“Scegliamo innanzitutto di ascoltare con rispetto e delicatezza; vogliamo accogliere l’altro con la sua storia, il suo presente e il suo desiderio di futuro e rimaniamo nella disponibilità ad essere accolti a nostra volta, riconoscendo le nostre stesse fragilità, resistenze e paure”, prosegue il documento. “Siamo consapevoli che l’accoglienza richiede costanza e continuità, un tempo disteso, che possa andare oltre i bisogni immediati ed urgenti”. “Riconosciamo nell’accoglienza il presupposto di ogni Comunione, un modo per essere Chiesa, e accogliamo l’invito di don Tonino Bello ad alzarci ‘in piedi!’ per costruire il sogno di un mondo per tutti, nessuno escluso, in cui la ‘convivialità delle differenze’ arricchisce e completa ogni essere umano”, aggiungono i capi scout, sottolineando che “niente di ciò che è umano ci è estraneo”. Il documento contiene dieci punti che spiegano perché “Scegliamo di accogliere” a cui si aggiungono tredici impegni, compreso quello di “raccogliere l’invito di Papa Francesco” ad essere “costruttori di ponti e non di muri”.