Camorra e degrado

Scampia: don Gargiulo (parroco), “l’abbattimento di una Vela un segno importante, ma c’è ancora tanto da fare”

“Le Vele sono un incubatore di male sociale, ma sono anche servite a creare consenso per le politiche e i politici. L’abbattimento di una di esse è, certamente, un segno importante, ma a noi interessa soprattutto quello che c’è ancora da fare per un riscatto ancora più incisivo. Per ora ci sono passi tiepidi perché non hanno il segno e il valore di un cambiamento totale, quale potrebbe essere l’entrata in funzione della facoltà di Scienza della nutrizione, che stiamo aspettando da tempo. L’edificio, costruito sullo spazio di una Vela già abbattuta, è finito, ma ancora non è attiva la facoltà”. Lo dice, in un’intervista al Sir, don Alessandro Gargiulo, parroco di Maria SS. del Buon Rimedio, la parrocchia delle Vele di Scampia (Napoli), a pochi giorni dalla consegna del cantiere per la demolizione della Vela verde. “Scampia – prosegue il sacerdote – negli ultimi anni ha vissuto un movimento di liberazione, che non può essere attribuito a una stagione breve: è la fatica vissuta da alcune istituzioni e dalla Chiesa con l’attenzione straordinaria che il card. Crescenzio Sepe ha dato al territorio. Un grande sforzo hanno compiuto anche le forze dell’ordine, la polizia, ma, ribadisco, c’è ancora tanto da fare”.
Per don Alessandro, “è falsa l’idea che Scampia sia la camorra. Oggi abbiamo una grande difficoltà a raccontare il bene: si diventa, a volte, o retorici o patetici quando si cerca di farlo, eppure, questo è un quartiere che vive sull’onestà di tantissima gente, padri di famiglia orgogliosi dei figli, persone che lavorano, s’impegnano e si mettono insieme per fare cose che toccherebbero alle istituzioni”. perciò, “l’equazione Scampia uguale a ‘Gomorra’ è molto difficile da vivere: gli evidenti segni di sviluppo e miglioramento sono soffocati a livello mediatico da questa immagine che diventa una condanna: su storie ed eventi accaduti è nato un filone narrativo, che io chiamo l’epica del male. Quando facciamo i gemellaggi con altre realtà parrocchiali del nord, il primo sentimento provato dalle persone che vengono qui è lo stupore perché si accorgono di quanta umanità e bellezza c’è nella vita della nostra gente”.