Educazione

Papa Francesco: ai lasalliani, S. Giovanni Battista de La Salle “sognava una scuola aperta a tutti”

“Un pioniere nel campo dell’educazione, che ideò nella sua epoca un innovativo sistema educativo”. Così il Papa ha definito San Giovanni Battista de La Salle, ricevendo in Sala Clementina i Fratelli delle Scuole Cristiane. “Egli fu innovatore geniale e creativo nella visione della scuola, nella concezione dell’insegnante, nei metodi di insegnamento”, ha proseguito Francesco: “La sua visione della scuola lo portò a maturare sempre più chiaramente la persuasione che l’istruzione è un diritto di tutti, anche dei poveri. Per questo non esitò a rinunciare al canonicato e alla sua ricca eredità di famiglia, per dedicarsi interamente all’istruzione del ceto sociale più basso”. “Diede vita ad una comunità di soli laici per portare avanti il suo ideale, convinto che la Chiesa non può mantenersi estranea alle contraddizioni sociali dei tempi con cui è chiamata a confrontarsi”, ha fatto notare il Papa: “Fu questa convinzione che lo portò ad istituire una esperienza originale di vita consacrata: la presenza di religiosi educatori che, senza essere sacerdoti, interpretassero in modo nuovo il ruolo di ‘monaci laici’, immergendosi totalmente nella realtà del loro tempo e contribuendo così al progresso della società civile”.  “Il contatto quotidiano con il mondo della scuola maturò in lui la consapevolezza di individuare una nuova concezione dell’insegnante”, ha proseguito Francesco ripercorrendone la biografia: “Era convinto, infatti, che la scuola è una realtà seria, per la quale occorre gente adeguatamente preparata; ma aveva davanti agli occhi tutte le carenze strutturali e funzionali di una istituzione precaria che necessitava di ordine e forma. Intuì allora che l’insegnamento non può essere solo un mestiere, ma è una missione. Si circondò pertanto di persone adatte alla scuola popolare, ispirate cristianamente, con doti attitudinali e naturali per l’educazione. Consacrò ogni energia alla loro formazione, diventando lui stesso esempio e modello per loro, che dovevano esercitare un servizio al tempo stesso ecclesiale e sociale, e adoperandosi alacremente per promuovere quella che lui definiva la ‘dignità del maestro’”. “Nell’intento di dare risposte concrete alle istanze del suo tempo nel campo della scuola, Giovanni Battista de La Salle intraprese audaci riforme dei metodi di insegnamento”, l’omaggio del Papa a proposito del suo “straordinario realismo pedagogico”: “Sostituì la lingua francese a quella latina, che normalmente si utilizzava nell’insegnamento; divise gli alunni per gruppi omogenei di apprendimento in vista di un lavoro più efficace; istituì i Seminari per i maestri di campagna, cioè per i giovani che volevano diventare insegnanti senza entrare a far parte di alcuna istituzione religiosa; fondò le Scuole domenicali per gli adulti e due Pensionati, uno per i giovani delinquenti e l’altro per il recupero di carcerati. Egli sognava una scuola aperta a tutti, per questo non esitò ad affrontare anche le necessità educative estreme, introducendo un metodo di riabilitazione attraverso la scuola e il lavoro. In queste realtà formative diede inizio ad una pedagogia correttiva che, in contrasto con l’uso dei tempi, portava tra i giovani in punizione lo studio e il lavoro, con attività di artigianato, anziché la sola cella o le frustate”.