XV Rapporto

Carceri: Antigone, 67 suicidi nel 2018. Cresce autolesionismo. Gonnella (presidente), “questione sia centrale per istituzioni”. Appello ai sindaci

Un anno nefasto per quanto riguarda i suicidi in carcere. Il Rapporto dell’associazione Antigone presentato oggi a Roma rivela che nel 2018, secondo il dato raccolto da Ristretti Orizzonti, sono stati 67 (il Ministero ne conteggia sei in meno); un tasso di 11,4 suicidi ogni 10.000 detenuti. 31 i morti (per cause naturali o per suicidio) in carcere dall’inizio del 2019. In alcune carceri il numero dei suicidi è stato preoccupante. A Taranto (al momento il carcere più affollato d’Italia) sono stati quattro. Quattro persone sono morte anche nel carcere di Viterbo, tre suicide e uno assassinato. In carcere ci si uccide quasi 18 volte di più che in libertà. Ad aumentare sono anche gli atti di autolesionismo che nel 2018 sono stati 10.368, quasi 1.000 in più dell’anno precedente e circa 3.500 in più del 2015, quando erano stati 6.986 e i tentati suicidi 1.197 lo scorso anno, 1.132 due anni fa, 955 nel 2015. Numeri che segnalano un ridotto benessere penitenziario. Lo stesso ridotto benessere di cui parla anche il dato raccolto dall’osservatorio di Antigone secondo il quale il 28,7% dei detenuti presenti in carcere assume terapia psichiatrica sotto prescrizione medica. Per il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, questi dati “devono farci capire come la questione carceraria debba essere posta al centro delle attenzioni, a tutti i livelli istituzionali”. Antigone a tal proposito sta lanciando la campagna “Il carcere è un pezzo di città”, che mira ad ottenere per i sindaci le stesse prerogative di visita ispettiva negli istituti di pena che attualmente spettano ad altri rappresentanti istituzionali (consiglieri regionali, parlamentari, ecc). “Abbiamo lanciato un appello a diversi primi cittadini – conclude – al quale hanno risposto finora i sindaci di Bari, Livorno e Torino, con i quali, nei prossimi giorni, visiteremo le carceri delle rispettive città”.