Elezioni europee

Africa-Europa: Raimondi (Vides), “noi europei l’abbiamo abbandonata, ma senza l’Africa siamo un continente morto”

“Noi europei abbiamo abbandonato l’Africa ma senza l’Africa siamo un continente morto”: lo ha detto oggi a Roma Antonio Raimondi, presidente del Vides (Ong delle religiose salesiane), durante la tavola rotonda promossa da Amref health Africa intitolata “Africa/Europa: due continenti, un futuro. Sfide comuni e questioni aperte alle soglie delle elezioni europee”. Amref e Vides stanno portando avanti insieme un progetto di sostegno alla sicurezza alimentare e promozione della nutrizione sana a Wau, in Sud Sudan, una zona molto difficile con gravi problemi di sicurezza, mancanza di infrastrutture, di servizi sanitari ed igiene. “Se i cinesi sono così baldanzosamente presenti in Africa – ha fatto notare Raimondi – è perché l’Europa ha lasciato un vuoto. Ma noi dobbiamo essere solidali con il continente africano, dobbiamo sostenerlo secondo la logica della scambio. Non è carità pelosa ma un cammino da fare insieme”. Leila El Houssi, docente di storia del Medio Oriente e dell’Africa all’Università di Firenze, ha poi rimarcato l’assoluta assenza, nei programmi scolastici, della storia, geografia e culture africane. “I miei studenti non sanno nemmeno dove sono collocati i Paesi africani – ha raccontato -. E le narrazioni attuali raccontano di mondi esotici e di scontro tra civiltà”. Al contrario, ha affermato El Houssi, “in questa fase storica è necessario comprendere che solo tramite una educazione transculturale è possibile smontare queste narrazioni viziate. Bisogna insistere anche a livello politico perché vengano inseriti corsi nel mondo scolastico ed accademica, perché solo la conoscenza può portare ricchezza per tutti”. Su questo punto è intervenuto Sonny Olumati, inviato del programma Nemo di Rai 2 e testimonial Amref: “In Italia ci sono 200.000 giovani di origine africana nati qui. Ma non potranno votare né qui né in Africa. Le seconde generazioni sono una opportunità che l’Europa sta perdendo. La politica dovrebbe decidere di includere questi giovani, anche come ponte per comprendere meglio la cultura africana”.