Politica e società

Parlamento Ue: bilancio del gruppo di lavoro sul dialogo interculturale e interreligioso del Ppe

foto SIR/Marco Calvarese

(Bruxelles) Sono 15 le risoluzioni votate dal Parlamento europeo nella legislatura che si sta chiudendo riguardo la persecuzione religiosa e la diffusione del radicalismo di matrice religiosa. La più importante, quella del febbraio 2016 “sullo sterminio sistematico delle minoranze religiose da parte del cosiddetto Isis/Daesh”. È il risultato parlamentare più importante e concreto, insieme ai numerosi eventi e dialoghi che regolarmente il gruppo ospita con esponenti delle Chiese e delle religioni, che può vantare il gruppo di lavoro sul dialogo interculturale e interreligioso del Partito popolare europeo che in un incontro con la stampa stamane a Bruxelles ha presentato il bilancio del proprio lavoro e lanciato qualche pista per il prossimo periodo legislativo. È fondamentale “attirare l’attenzione sul problema della libertà religiosa in Europa e nel mondo”, perché è un diritto umano ed è una questione che non riguarda solo i cristiani, ha affermato il polacco Jan Olbrycht, co-presidente del gruppo. Olbrycht ha anche sostenuto come “oggi non si possa più discutere di politica internazionale senza considerare l’elemento religioso”.

Il problema però è interno al Parlamento: secondo l’ungherese György Hölvenyi che co-presiede il gruppo, “la sfida politica è che la maggioranza dei colleghi pensa che l’Ue non abbia nulla a che vedere con le religioni”. Il gruppo, composto tutto da eurodeputati dei nuovi Paesi membri dell’Ue, si dà come compiti per il futuro di “trovare alleati su queste tematiche in altri gruppi politici”, fare in modo che le Chiese come tali possano avere accesso a finanziamenti Ue (considerando che le comunità locali sono sul campo e sono le più coinvolte là dove, ad esempio, è necessaria assistenza umanitaria), affrontare il tema dell’antisemitismo in Europa.