Anniversari

Leonardo da Vinci: Mattarella, “un genio universale, oggi riferimento insopprimibile nel mondo”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“In questo 2019 celebriamo davvero un genio universale”: lo ha ricordato, oggi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella cerimonia per il cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci, che si è svolta nel paese toscano che ha dato i Natali allo scienziato. Per il capo dello Stato, le opere, gli studi, i progetti, le riflessioni, le intuizioni di Leonardo sono “tutti segni di un impegno, inesausto, di ricerca, in tanti campi diversi e che, contemporaneamente, si riassumono nella persona di un intellettuale-artista-scienziato rinascimentale che interpreta in modo mirabile – e già per quei tempi inconsueto – il rapporto tra umanesimo e scienze”.
Leonardo “era figlio del suo tempo. Ed è proprio questo che manifesta appieno la sua straordinaria capacità di ricercare, intuire, ‘vedere’ oltre i limiti della conoscenza di quel tempo”. Appunto “perché figlio di quel tempo – in cui la cultura non riconosceva frontiere e accomunava, nello scambio di esperienze, tutta l’Europa, malgrado i suoi contrasti e le sue guerre interne – qualsiasi ingenuo tentativo di leggere la sua opera entro confini, organizzati nei secoli successivi, tra le scienze o tra i territori e tra i popoli, apparirebbe fallace, e, soprattutto, riduttivo dell’enorme contributo che Leonardo ha recato al progresso dell’umanità”. Anche per questo “il lavoro di Leonardo rimane fonte di ispirazione ineguagliabile”.
A partire da Leonardo, Mattarella ha ricordato “l’importanza del sostegno alla cultura da parte delle istituzioni” e “il dovere di evidenziare” il “contributo all’umanesimo da parte di Leonardo. Un apporto che, quasi carsicamente, si ripropone ogni volta che appare necessario riflettere sulla libertà della ricerca, della cultura o, più semplicemente, sulla libertà con la elle maiuscola; e sulla dignità della persona”.
Celebrare Leonardo significa, per il presidente della Repubblica, “interrogarsi sulla molla che ha spinto sempre più in là la sua ansia di ricerca e di espressione, utilizzando, come scriveva, la ‘sperienzia’ e la ‘ragione’: il desiderio di conoscere, il desiderio di sapere, di governare le risorse e i fenomeni fisici e naturali, di porli al servizio dell’umanità”. Di qui “l’auspicio che in Italia, nell’intera Europa e negli altri Paesi in cui sarà ricordato Leonardo, si faccia – in ogni circostanza – adeguata applicazione di quel suo ‘ostinato rigore’”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, ha concluso il capo dello Stato, “sarà il modo di ricordare, con coerente rispetto, un grande toscano, un grande italiano. Allora protagonista assoluto sulla scena europea, oggi riferimento insopprimibile nel mondo”.