Organizzazioni

Infanzia: da domani in libreria “I figli dei nemici” che ripercorre le origini di Save the Children e la storia della sua fondatrice Eglantyne Jebb

Quasi tutti, in Italia, conoscono Save the Children. Pochi, però, conoscono le sue origini e soprattutto la donna che l’ha fondata, Eglantyne Jebb. La nascita dell’organizzazione internazionale, che da 100 anni è a fianco dei bambini a rischio, è ora ripercorsa nel libro “I figli dei nemici” di Raffaela Milano, in uscita domani nelle librerie.
Cento anni fa, nel 1919, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, Save the Children nasce per soccorrere i bambini austriaci e tedeschi che stanno morendo di fame a causa del blocco navale imposto dalle nazioni vincitrici. La nuova organizzazione prende il via tra le polemiche. Gli inglesi non hanno nessuna voglia di preoccuparsi dei “figli dei nemici”, mentre duecentomila vedove stanno piangendo i loro cari morti in guerra.
Eppure, Save the Children riuscirà a ribaltare l’opinione pubblica e a imporre la necessità di soccorrere i bambini – tutti i bambini, nessuno escluso – al di sopra di ogni confine e di ogni barriera nazionalistica. Al centro di questa azione Eglantyne Jebb, testimone di una generazione di giovani donne che ai primi del novecento reclama uno spazio di azione pubblica. “Di particolare importanza – si legge in una nota – l’incontro tra Eglantyne Jebb e Papa Benedetto XV il quale chiederà a tutte le diocesi di raccogliere fondi per Save the Children, nonostante questa sia una organizzazione non confessionale e per giunta guidata da una donna. In pochi anni Save the Children diventa una grande rete sovranazionale, un’organizzazione non governativa ante litteram, sviluppando programmi innovativi e un approccio moderno al mondo della comunicazione e della raccolta fondi”. Non solo: “È ad Eglantyne che dobbiamo la stesura della prima Dichiarazione dei diritti del fanciullo, adottata dalla Società delle Nazioni, l’antesignana della Convenzione Onu dei diritti dei bambini e degli adolescenti che proprio quest’anno compie 30 anni”. La ricostruzione si avvale di lettere, diari, e documenti inediti.