Omelia

Domenica delle Palme: card. Betori (Firenze), “condividendo con Gesù l’innocenza perseguitata si possono porre semi di salvezza”

“La città, la comunità umana, per stare in piedi ha bisogno di mettersi all’ascolto di Gesù che si propone come presenza di Dio tra noi, in grado quindi di dirci il segreto della nostra identità, personale e sociale, dal cui rispetto e dalla cui promozione dipende la consistenza, perfino la sussistenza della persona umana e della convivenza sociale”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nell’omelia della Messa della Domenica delle Palme che ha celebrato ieri nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. “Nel Vangelo – ha aggiunto il porporato – di Gesù c’è un patrimonio di verità che ci interpella, proponendosi a tutti come una riserva di umanità che orienta singoli e società. Cosa di cui sentiamo particolarmente il bisogno in questi nostri tempi, in cui siamo sopraffatti dalla confusione delle voci che vogliono ammaliarci e dal dominio di una tecnica svincolata da ogni etica, che rischia di condurci all’estinzione”. Il cardinale ha poi osservato che “la vita cristiana è una lotta che va combattuta giorno per giorno contro il male” e ciò è “un insegnamento fondamentale”, perché “chi si fa discepolo di Gesù ne deve seguire la strada, quella che Gesù percorre per tutta la sua Passione”. “Una lotta che è sì esteriore, ma che per Gesù è soprattutto interiore”. Infine, la consapevolezza nelle parole del card. Betori che “la fedeltà a Cristo comporta la condivisione della sua innocenza, nella consapevolezza che essa non allontana dalla sofferenza, anzi comporta il rifiuto e la persecuzione, in cui però non si reagisce opponendo violenza a violenza, ma rispondendo con amore e perdono all’oppressione e al sopruso”. “Un messaggio di mitezza, di offerta di sé, di servizio ai fratelli. Solo condividendo con Gesù l’innocenza perseguitata si possono porre semi di salvezza in questo mondo, vincendo odio e violenza con l’amore”, ha concluso il porporato.