Omelia

Domenica delle Palme: card. Bassetti (Perugia), “c’è tanto bisogno di pace nelle nostre famiglie, nella nostra città e nellla nostra regione”

“L’ulivo che abbiamo tra le mani è segno di pace, ci ricorda che il Signore vuole la pace, dona la pace. C’è tanto bisogno di pace a cominciare dalle nostre famiglie, dalla nostra città e dalla nostra regione. Quell’ulivo ci accompagnerà nelle nostre case per ricordarci quanto Cristo ci vuole bene, quanto l’amore vinca il male e quanto la sua passione sia la via della gioia. Entriamo nella passione di Gesù per poter fare la nostra Pasqua e risorgere anche noi a vita nuova”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, nell’omelia della Messa della Domenica delle Palme che ha celebrato nella cattedrale di San Lorenzo. Nel corso della Settimana Santa, ha osservato il presule, “non possiamo restare indifferenti di fronte a ciò che contempleremo: la passione di Gesù e il dolore degli uomini non sono spettacoli da osservare con distacco. Quella di Gesù è una passione d’amore e noi siamo chiamati ad accogliere questo amore”.
“Gesù entra in Gerusalemme come un re e la folla lo acclama al grido di “osanna”, ma il suo volto – ha evidenziato Bassetti – non è quello di un potente, ma di un mite ed umile. Passeranno solo sei giorni e il suo volto diventerà quello di un crocifisso”. Il cardinale si è poi soffermato sull’apostolo che per tre volte rinnegò Cristo, ricordando che “noi siamo come Pietro. Quando Gesù confidò all’apostolo che sarebbe stato messo a morte, Pietro si adirò perché voleva vincere, non perdere. Per questo non accettava la debolezza di Cristo”. “Anche noi – ha ammonito –, spesso, siamo convinti che solo la forza possa risolvere i problemi e, come Pietro, dormiamo quando invece Gesù ci chiede di vegliare, anche soltanto un’ora. Così Pietro non ha saputo pregare e ha lasciato solo Gesù”. “Pietro ha paura e nega l’amicizia e questi, fratelli e sorelle, sono i nostri tradimenti. Ma alla fine l’apostolo piange, rientra in se stesso e si converte”. “In questa settimana – l’esortazione del cardinale – cerchiamo di diventare uomini e donne veri, come Pietro, e piangiamo i nostri peccati. Consideriamo seriamente il dramma di tanti poveri cristi che con la loro croce ci ricordano la sofferenza e la Via Crucis di Gesù. Prendiamo in mano il Vangelo e facciamo compagnia a Gesù, pregando con fiducia”.