Povertà educativa

Progetti formativi personalizzati: Righetti (direttore scientifico), “ricostruire la persona e il territorio per combattere la disuguaglianza”

“Quarant’anni fa, alla chiusura dei manicomi, dovevamo intervenire per dare dignità alle persone internate, ma per farlo occorreva intervenire sui contesti. Se non avessimo realizzato un progetto sarebbe stato difficile per gli ex internati sopravvivere: così abbiamo elaborato progetti adattati alla singola persona in uno specifico contesto, fondato sulla volontà, i desideri e le scelte della persona, per quanto ‘sprofondata’ nella sua disabilità. La trasformazione era al centro dei progetti con budget di salute ed è così anche per quelli con budget educativi, che a quelli si ispirano”. Lo ha spiegato stamattina a Roma, nella presentazione ufficiale dei “Progetti formativi personalizzati” (Pfp), Angelo Righetti, psichiatra “nonno”, come si è autodefinito, dei budget di salute e ora direttore scientifico dei Pfp. “La povertà educativa – ha sottolineato – è disuguaglianza. C’è una persona da ricostruire che diventa storia emblematica per tutti. Così il progetto vale non solo per il soggetto interessato, ma per tutti”. Per lo psichiatra, “la povertà educativa richiama il mito greco di Penia, povertà, e Poros, ingegno, che insieme diedero alla luce Eros: così la povertà educativa può produrre la bellezza delle buone pratiche” per una trasformazione positiva del territorio. Righetti ha anche sottolineato l’importanza di dare vita a “progetti continuativi per dare l’opportunità di scoprire che le persone stanno bene insieme, aiutandosi vicendevolmente e ricostruendo la comunità nel territorio”. Che risultati si aspetta dai Pfp? “Mi basterebbe arrivare al 20% del progetto”, ha ammesso Righetti.