Società

Colombia: piantagioni di coca. Duque chiede alla Corte Costituzionale di tornare alle fumigazioni di glifosato. No dei vescovi, “effetti già visti”

Il presidente della Colombia Iván Duque ha chiesto ieri alla Corte Costituzionale, che ha convocato una sessione per discutere sul tema, di annullare o rivedere la sentenza con la quale veniva impedito l’uso del glifosato, attraverso, massicce fumigazioni, per contrastare la crescita delle coltivazioni di cocaina. Duque ha giustificato la richiesta con la necessità di contrastare l’aumento vertiginoso di piantagioni di coca negli ultimi anni, nel Paese. Dopo che tra il 2012 e il 2013 l’estensione delle coltivazioni era calata a 48mila ettari, si è assistito a una continua crescita, passando ai 69mila del 2014, ai 96mila del 2015, ai 146mila del 2016, fino ai 171mila del 2017. La Corte ha anche ascoltato l’ex presidente Juan Manuel Santos, il quale ha invece difeso la scelta di abbandonare il metodo delle fumigazioni aeree, altamente tossiche e inquinanti, per favorire invece l’eradicazione spontanea da parte dei contadini, attraverso campagne e incentivi. Una decisa presa di posizione contro l’uso del glifosato è arrivata dal presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Óscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio, durante una conversazione con i giornalisti in occasione dell’inaugurazione di “Expocatólica”, che si tiene in questi giorni a Bogotá. “Io ho vissuto questa esperienza quando ero vescovo di Cúcuta e la fumigazione fu usata in tutta la regione del Catatumbo”, ha raccontato, aggiungendo: “Le persone hanno enormi eruzioni cutanee, soprattutto i bambini. Ancora non sappiamo in che modo colpisca i polmoni, ma oggi abbiamo una crescita molto grande del cancro del polmone”.