Povertà
“Per come stanno le cose, il reddito di cittadinanza non andrà alle italianissime persone senza dimora. Prima gli italiani, dice uno slogan per me becero, ma non quelli sulla strada. Stiamo parlando di persone prive di reddito e di residenza e che quindi dovrebbero essere tra i primi beneficiari di una misura che vorrebbe contrastare la povertà. Ma la burocrazia, l’incompetenza e l’ansia securitaria di chi ci governa hanno escluso finora gli ultimi”. A denunciarlo è Paolo Lambruschi nel nuovo numero di Scarp de’ tenis che sarà in vendita dal prossimo weekend e per tutto il mese di aprile .“Gli ultimi restano fuori” è il titolo significativamente scelto per la storia di copertina con la vignetta amara di Angelo Fiombo sul reddito di cittadinanza che, così come strutturato, esclude moltissime persone senza dimora dai benefici di legge. Ai primi di marzo, spiega, “la Fio.psd, federazione italiana degli organismi che aiutano i clochard, ha presentato in un’audizione parlamentare emendamenti che chiedono di considerare tra i requisiti per avere il reddito l’iscrizione all’anagrafe presso una via fittizia riservata alle persone senza dimora”. Ma senza esito. La politica “non si è mai curata troppo degli invisibili. Men che mai quella di oggi che trae consenso dalle paure che alimenta e dai nemici che crea”, osserva l’autore dell’articolo che tuttavia avverte: “Chi ne fa le spese siamo noi, perché senza una politica sociale degna del nome viene cinicamente messa a rischio la nostra sicurezza”.