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“Il vuoto che la politica dovrebbe governare deriva, in primo luogo, dall’arretramento dei partiti politici all’interno dello Stato, che fa sì che la loro funzione si limiti alla gestione dell’esistente e alla distribuzione di cariche e prebende”. Ne è convinto Maurizio Serio, professore associato di Storia delle dottrine politiche all’Università Guglielmo Marconi e direttore dell’area di ricerca e formazione del Centro Studi Tocqueville-Acton, intervenuto questa sera, al Centro Asus di Roma, alla presentazione del volume di Attilio Danese “All’ombra del Principe. La politica dalle origini a Machiavelli. Problemi attuali e prospettive”, edito da Rubbettino. “Tutto ciò genera un allontanamento dei partiti dalla società civile e un arroccamento sulla base dei privilegi”, ha spiegato Serio a proposito della seconda parte del volume, in cui l’autore intende “parlare del presente a partire dalla conversazione con i classici”. “La società civile reagisce, a sua volta, arroccandosi sui propri modi individuali, che possono avere anche una dimensione sociale e relazionale ma del tutto staccata dalla politica”, la tesi del relatore, secondo il quale per invertire questa tendenza “è fondale la democrazia delle regole, come quelle della Costituzione, che come diceva don Sturzo per se stesse sono valori”. “Non c’è alternativa ai parametri che noi stessi ci siamo dati”, ha fatto notare Serio facendo l’esempio del debito pubblico italiano, che “impone serietà e rigore nei costi che possono essere dati solo dal sacrificio”. “Prospettare la possibilità di uscire fuori dai vincoli dell’Unione europea in nome di un qualsiasi principio metapolitico è un rischio”, il grido d’allarme: una politica di impronta personalistica, invece – come quella proposta da Danese – permette di “reinterpretare le esigenze e i vincoli che ci vengono posti in maniera positiva, favorevole agli uomini e alle donne, ai corpi sociali intermedi, alle famiglie”. “Passato e competenza”: sono due parole, suggerite dall’autore del volume, che bisognerebbe recuperare, in tempi in cui “la politica si riduce ad un tweet”. È l’invito di Monica Simeoni, docente di Sociologia generale all’Università del Sannio, che ha citato anche la concezione della politica come “tessitura”, presente nella parte del volume dedicata a Platone, e che in termini contemporanei si può tradurre promuovendo “la politica come compromesso, cioè come capacità di mettersi attorno ad un tavolo per cercare, ognuno dall’ambito che gli è proprio, soluzioni comuni”.