Relazione 2019

Persone private di libertà: Palma (garante), “soggettività valore fondante”, non solo numeri

“Detenere, rinviare, avere cura, arrestare, tutelare”: sono i verbi attraverso i quali la Relazione al Parlamento 2019 del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale affronta le aree di azione del garante stesso. Per ogni verbo sono “considerati alcuni luoghi della loro declinazione: dalla ‘cella’ o il ‘cortile’ alla ‘nave’ o il ‘locale idoneo’ o ancora alla stanza protetta’, alla ‘camera di sicurezza’, al ‘luogo delle decisioni internazionali’ e altri ancora per ciascun settore”. Nel corso del 2018 il garante ha effettuato 42 visite – con l’accesso a complessivi cento luoghi di diversa tipologia e delle diverse aree d’intervento – e monitorato trentaquattro voli di rimpatrio forzato.
La parola chiave che meglio descrive l’impegno in questi ultimi 9 mesi (la precedente relazione è stata posticipata in modo da rivolgerla al nuovo Parlamento insediatosi dopo le elezioni del marzo 2018) è “soggettività”. Essa, ha spiegato stamattina il garante Mauro Palma, presentando la Relazione 2019, a Palazzo Montecitorio a Roma, “indica una richiesta, dopo l’attesa: una soggettività non sempre riconosciuta nei mesi trascorsi al punto che negli Istituti di detenzione si è rischiato di diffondere un senso di sfiducia nel riconoscimento della propria appartenenza al contesto sociale. E negli altri luoghi, soprattutto quelli destinati ai migranti irregolari, si è sviluppato un confronto computistico sui numeri che di fatto nega soggettività a chi in essi è ospitato”.
Di loro “non si conoscono nomi, ma numeri. Così come spesso avviene nel discutere di carcere o di strutture che accolgono coloro che la società considera non più produttivi, anche dal punto di vista cognitivo”. “La speranza della soggettività da ricostruire – ha osservato Palma – è affidata a quel vincolo costituzionale che tiene insieme tutte le Istituzioni dello Stato e ogni Governo, qualunque sia la sua impostazione. È un valore fondante che supera le differenze programmatiche e che porta il garante nazionale a ribadire la piena volontà di cooperazione con chi ha pro tempore il compito di tradurre valori costituzionali in atti normativi e amministrativi”.