Quaresima

Cattedra di S. Giusto: card. Bassetti, contro “diffidenze e chiusure” riscoprire “unità della famiglia umana di creature volute da Dio”

Un invito a recuperare la dimensione di ponte e di dialogo (contro quella di muro e di confine) del Mediterraneo, che solo vent’anni fa “rappresentava una speranza”, il senso “di una comune appartenenza”, l’idea che “avesse contribuito a far dialogare tra loro genti, culture e religioni diverse”.  A rivolgerlo è il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, nel suo intervento, questa sera a Trieste, ad uno dei quattro appuntamenti de “La Cattedra di San Giusto” organizzati dalla diocesi per la Quaresima. Nel riscoprirsi di Trieste “come città del dialogo – aggiunge -, potrebbe essere valorizzata in qualche modo quella vena di laicità presente da tempo nella cultura triestina” per “costruire una società pluralista che possa fondare il legame sociale su elementi comuni senza per questo appiattire tutte le credenze e le tradizioni”. La concordia è possibile “perché ci fa riscoprire ciò che siamo alla radice, fin dalla creazione del mondo”, assicura il cardinale. Se invece ci si immagina “lontani, separati o addirittura divisi”, la riconciliazione apparirà “come un mito, affascinante ma romantico e irrimediabilmente astratto” mentre “molto più concreto” diventa “un destino di alienazione interiore e di separazione dagli altri, accompagnato da uno stillicidio quotidiano di diffidenze; uno scenario dove le differenze di reddito, di costumi e di tradizioni non appaiono come stimolo alla conoscenza, allo scambio e alla collaborazione bensì alimentano freddezze e chiusure”. “Di fronte a questa situazione – ammonisce Bassetti – occorre ricominciare da capo”.  Per noi cristiani “significa al contempo dall’alto e dal basso: dall’alto della Croce” e dal “basso continuo” della vita quotidiana che “si riscopre come possibilità – nella Chiesa e fuori della Chiesa – di vita fraterna, veramente umana, concorde; nella quale si condivide l’unità che ci vede raccolti come famiglia umana, come creature volute da Dio, come discepoli e discepole convocati da Cristo”.