4° Seminario nazionale

Pastorale sociale: Realacci (Symbola), “in economia e società nuova sensibilità ambientale in Italia”

(da Treviso) “Sta emergendo una nuova sensibilità ambientale nella società e nell’economia, particolarmente in Italia”. Lo ha spiegato Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola e già presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, intervenendo alla terza giornata (dedicata ai temi del futuro e dell’ambiente) del 4° Seminario nazionale di Pastorale sociale, intitolato “Cercare un nuovo inizio, per una pastorale sociale capace di futuro: lavoro, giovani, sostenibilità”, in corso a Treviso, all’hotel Maggior Consiglio.
“Abbiamo verificato questa tendenza – ha proseguito Realacci – anche nella Green Week organizzata a Trento insieme all’Università, da ItalyPost, Fondazione Symbola e Corriere Buone Notizie, che ha visto esperienze culturali, scientifiche, imprenditoriali, sociali in movimento. Il cammino verso la green economy e l’economia circolare è già iniziato e va a braccetto con il modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, mercati globali e legami coi territori e le comunità, flessibilità produttiva e competitività”.
Sono 345.000, secondo il rapporto Green Italy della Fondazione Symbola e di Unioncamere, le imprese che negli ultimi cinque anni hanno scommesso sulla green economy. “Si tratta proprio di quelle che crescono di più – ha rivelato il presidente di Symbola -, innovano di più, producono più posti di lavoro. Le troviamo in prima fila in molti settori del Made in Italy: dal legno arredo alla moda, alla meccatronica, all’agricoltura di qualità”. Altri mutamenti importanti sono in corso a livello di stili di vita: “Basti pensare all’efficacia della raccolta differenziata, impossibile senza la convinta adesione dei cittadini, in tante parti d’Italia o al successo di nuove modalità di trasporto come il car-sharing in città come Milano”.
Questa visione è importante anche per il futuro di un’Europa che “non sia solo attenta a finanza, banche, regole di bilancio ma protagonista del futuro, che assuma la guida del contrasto ai mutamenti climatici”.