4° Seminario nazionale
(da Treviso) “I milioni di giovani che oggi in tutto il mondo stanno manifestando per chiedere politiche più coraggiose e coerenti per contrastare i mutamenti climatici sono molto importanti per il nostro Paese e per l’Europa. Sono una grandissima spinta per rilanciare l’economia su nuove basi. Stamattina, qui a Treviso, sono andato a vedere. Erano tantissimi”. Lo ha detto Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola e già presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, intervenendo alla terza giornata del 4° Seminario nazionale di Pastorale sociale, intitolato “Cercare un nuovo inizio, per una pastorale sociale capace di futuro: lavoro, giovani, sostenibilità”, rivolto in particolare ai direttori degli Uffici di Pastorale sociale e alle associazioni interessate, in corso a Treviso, all’hotel Maggior Consiglio. “Di fronte a noi – ha proseguito – c’è la sfida di costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più in grado di affrontare il futuro. Quello del nuovo inizio è un tema centrale. E devo dire che dalla crisi del 2008 il documento più dirompente è la Laudato Si’ di Papa Francesco”. Tornando ai giovani manifestanti, ha avvertito Realacci, il rischio è “di non trovare una sintesi adeguata tra parole d’ordine radicali e semplici e complessa la realtà politica ed economica. Uno stallo che potrebbe non portarci a risultati concreti”.
In tanti, ha fatto notare Realacci, che in questi anni hanno trascurato la necessità di affrontare i problemi ambientali, in queste ore stanno lodando la novità delle manifestazioni. Ma sono pronti a tornare agli sterili dibattiti di sempre”. Eppure, come ricordato in settimana dal presidente Sergio Mattarella, gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto i nostri occhi, “dai milioni di alberi abbattuti nel Nord-Est da tempeste che non si ricordavano a memoria d’uomo ai flussi migratori spinti dalla siccità e dalla povertà”, come ad esempio quelli delle popolazioni che vivono attorno al lago Ciad, “che era grande come la Lombardia e ora è diventato più piccolo della Valle d’Aosta”.