La Civiltà Cattolica

Società: p. Cucci, “crescente individualismo erode capitale sociale, genera sfiducia e ripiegamento su di sé”

“La capacità di reagire di fronte a eventi negativi è notevole nell’essere umano, soprattutto se può contare sul supporto della comunità, dei suoi valori e tradizioni di riferimento”. Ne è convinto padre Giovanni Cucci, che nel quaderno 4049 de La Civiltà Cattolica in uscita il 2 marzo analizza il valore del “capitale sociale”, termine coniato dal politologo statunitense Robert Putnam, che consente, secondo Cucci, di “affrontare difficoltà e problemi anche rilevanti”. “Quando una comunità è coesa – spiega -, il senso civico è parte del vissuto ed è praticato non soltanto perché una legge lo prescrive”. Per il gesuita, invece, “il crescente individualismo rappresenta oggi la minaccia più grave alla qualità della vita proprio perché, erodendo il capitale sociale, genera sfiducia, spinge le persone a ripiegarsi su di sé, accrescendo il senso di malessere e di solitudine” e “accentuando abitudini di­struttive”. Un’altra grave conseguenza dell’individualismo è costituita dalla crisi delle istituzioni e dalla crescente distanza dai cittadini, con gravi derive populiste, i cui effetti si stanno manifestando in tutte le democrazie occidentali. “Purtroppo – argomenta – l’individualismo non è mai stato veramente messo in discussione in sede culturale, anche perché è fonte di notevole pro­fitto economico a livello commerciale, industriale e professionale”. Ma i suoi costi umani non possono essere ignorati. Di qui l’appello di Putnam: “Abbiamo disperatamente bisogno di creatività civica”.  Quale il possibile contributo della dimensione religiosa per il bene comune? Cucci riporta una ri­cerca secondo la quale la fede religiosa è di aiuto per il senso civico, il rispetto delle leggi, la solidarietà e la fiducia nei confronti del prossimo, in particolare più emarginati, mentre  i pericoli di intolleranza e di chiusura diventano più alti in coloro che disertano l’istituzione e coltivano una religiosità “fai da te”.