Riepilogo

Sir: principali notizie dall’Italia e dal mondo. Summit Trump-Kim, nessun accordo. Brexit, politica britannica ancora in stallo

Usa-Corea del Nord: summit di Hanoi, nessun accordo sulla denuclearizzazione. “Riunioni proseguiranno in futuro”

“Nessun accordo” al summit di Hanoi tra il presidente Donald Tump e il leader nordcoreano Kim Jong-un. Lo riferisce la Casa Bianca, aggiungendo che le riunioni sulla denuclearizzazione continueranno in futuro. Il leader nordcoreano Kim Jong-una aveva lasciato poco prima il Metropole hotel – precisa l’Ansa – a conclusione dei colloqui con Donald Trump. “Abbiamo avuto un tempo molto produttivo – ha detto Trump in conferenza stampa –; c’erano diverse opzioni ma questa volta abbiamo deciso che non era una buona cosa firmare una dichiarazione congiunta al summit”. Il presidente Donald Trump dice di aver “rifiutato la richiesta di togliere le sanzioni”. Il presidente Usa afferma che le “differenze sono state ridotte”, ma Kim “ha una certa visione che non coincide con la nostra”.

Italia: rispetto del pluralismo. Salini, ad Rai, convocato dal presidente della commissione parlamentare di Vigilanza

Dopo il richiamo dell’Agcom per il rispetto del pluralismo nell’informazione nella campagna per europee e amministrative, il presidente della Commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, ha convocato l’ad Rai Fabrizio Salini. Nella lettera di convocazione si citano anche i riscontri giunti alla bicamerale “per il tramite dell’Osservatorio di Pavia, sulla presenza di esponenti politici in varie trasmissioni”. Nell’audizione sarà affrontato anche il tema del piano industriale che sarà a breve sottoposto all’approvazione del cda. “Barachini convoca in Vigilanza l’Ad Rai Salini dopo le ripetute violazioni del pluralismo, messe agli atti in ben 2 delibere Agcom. Bene, è stata accolta la richiesta del Pd. L’amministratore delegato del servizio pubblico deve dare spiegazioni e disporre il doveroso riequilibrio”, scrive su twitter il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.

Brexit: ancora stallo. Ma a Westminster passano due emendamenti sui diritti dei cittadini e il rinvio del recesso

Passano due emendamenti alla Camera dei Comuni sul Brexit: uno sui diritti dei cittadini. l’altro sul rinvio dei negoziati in caso di bocciatura dell’accordo. Un’approvazione scontata di due misure sostenute da fronti trasversali e recepiti alla fine dall’esecutivo. Il primo, presentato dal deputato Tory di origine italiana Alberto Costa, impegna il gabinetto in caso di non accordo a concordare con Bruxelles i diritti degli attuali 3 milioni di cittadini europei che vivono nel Regno Unito e dei britannici che vivono nel continente. Il secondo invece promosso dalla laburista Cooper obbliga Theresa May in caso di mancato accordo con l’Unione europea a chiedere un rinvio del divorzio rispetto alla data prevista del 29 marzo.

Iran: respinte dimissioni ministro degli esteri Zarif. Presidente Rouhani, “scelta contraria all’interesse nazionale”

Le dimissioni di Mohammad Zarif sono state respinte. Il ministro degli esteri iraniano le aveva annunciate, a sorpresa e senza spiegazioni, lo scorso lunedì, alludendo in un’intervista ai danni che le lotte politiche intestine all’Iran producono sulla politica estera del Paese. Ma il presidente Hassan Rouhani ha bollato la scelta come “contraria all’interesse nazionale”. “Zarif – ha dichiarato – si trova in prima linea della battaglia contro l’America”, sottolineando come proprio l’esultanza di Stati Uniti e Israele darebbe il segno dell’ottimo lavoro svolto dal ministro. Eppure, gli ultraconservatori nella Repubblica islamica non si sono mai fidati di lui: “Zarif l’americano” lo chiamano, non soltanto per via della laurea in Relazioni internazionali conseguita alla San Francisco State University, ma soprattutto per i rapporti, considerati troppo distesi, intrattenuti con l’amministrazione Obama.

Nigeria: Muhammadu Buhari confermato presidente. 260 morti dall’inizio della campagna elettorale

Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari è stato riconfermato per un secondo mandato alla guida del Paese. Lo conferma il conteggio basato sui risultati della commissione elettorale, che non ha però ancora annunciato i risultati definitivi del voto del 23 febbraio. Buhari ha ottenuto il 56% dei consensi (15,2 milioni di voti) contro il 41% del suo diretto rivale, l’uomo d’affari ed ex vicepresidente Atiku Abubakar del Partito democratico popolare (Pdp), che si è fermato a 11,3 milioni di voti. Il presidente ha dunque ottenuto 3,9 milioni di voti in più di Abubakar. Domenica – riferisce nigrizia.it – il partito di Abubakar aveva annunciato la vittoria del suo candidato, respingendo i dati annunciati fino a quel momento come “errati e inaccettabili”. Le accuse hanno riacceso le tensioni, in un voto segnato da polemiche, problemi logistici, ritardi ed episodi di violenza che hanno causato la morte di almeno 47 persone da sabato e di oltre 260 dall’inizio della campagna elettorale in ottobre.