Università Angelicum

Salute: mons. Paglia (Pav), “troppe disuguaglianze. Sfida è garantire a tutti diritto ad assistenza appropriata”

“Tutelare la salute delle persone significa lavorare per una società più giusta e, appunto, sostenibile: la povertà, l’analfabetismo, città e ambiente inquinati, sfruttamento sui luoghi di lavoro, conflitti internazionali indeboliscono il diritto ad una assistenza appropriata, calibrata sui bisogni e non sulla capacità di pagare, riducono la speranza di vita, ne umiliano la qualità”. Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, intervenendo al convegno di apertura del Corso di Alta formazione in “Cura e cultura della salute: che cosa sta cambiando?”, oggi pomeriggio a Roma nella sede dell’Istituto di Scienze Religiose Mater Ecclesiae dell’Università Angelicum. Mons. Paglia ha esordito osservando che “non si comprende la storia della medicina occidentale senza la storia della Chiesa” ma oggi “la sfida del diritto alla salute è la sfida della disuguaglianza ai suoi diversi livelli”. In questo senso “tutti dobbiamo misurarci” con “i dati relativi ai primi traguardi del terzo obiettivo (assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età) dell’Agenda 2030 per intuire la portata della sfida. Dovremmo ridurre, appunto entro il 2030, il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per ogni 100.000 bambini nati vivi; ridurre in tutti i Paesi la mortalità neonatale a non più di 12 per ogni 1.000 bambini nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i 5 anni di età a non più di 25 per 1.000 bambini nati vivi”. Di fronte a disuguaglianze così palesi “non dobbiamo rassegnarci” perché esperienze sul campo dimostrano “che un’assistenza sanitaria di qualità è possibile anche nei paesi e per i popoli meno fortunati”. Di qui il richiamo a Dream, il programma della Comunità di Sant’Egidio nato nel 2002 con l’obiettivo di contrastare la diffusione dell’Aids in Africa. La “salute globale” è “una sfida difficile, che può (e deve) essere vinta”.