Riepilogo

Notizie Sir del giorno: vertice Hanoi, crisi India-Pakistan, Libia, Ue-Ungheria, Albania, patrimonio ecclesiastico, audio presunti abusi sacerdote Lecce

Vertice di Hanoi: mons. You Heung-sik (Daejeon), “Trump e Kim non possono più tornare indietro”

“Mi dispiace. Mi aspettavo che i due leader potessero arrivare ad un accordo. Ma così non è stato. Seguendo, però, le notizie e, soprattutto, la conferenza stampa del presidente Trump, posso dire: c’è speranza. Sempre. Mai la speranza deve venire meno”. Così mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon (Corea), raggiunto telefonicamente dal Sir a conclusione del vertice di Hanoi. Il vescovo di Daejeon ha apprezzato il tono del presidente Usa: “Ha usato un linguaggio positivo in conferenza stampa. Non ha espresso alcuna condanna verso il suo interlocutore sottolineando piuttosto un clima d’incontro e condivisione che c’è stato. Il processo è lungo e richiede tempo, richiede sempre più dialogo. La speranza è sempre nel dialogo più che nei risultati”. Per il vescovo, “il canale del dialogo non si è interrotto ma continua. Fino ad oggi, attraverso il dialogo i due interlocutori si sono confrontati e capiti nelle loro rispettive posizioni e questo è un grandissimo risultato. Quando c’è dialogo, la speranza non muore. Il dialogo è sempre una esperienza positiva”. (clicca qui)

Crisi India-Pakistan: appelli dai vescovi dei due Paesi, “riprendere i colloqui di pace”

“Apprezzato l’atteggiamento moderato e ragionevole della leadership militare e politica del Pakistan. Chiediamo ai governi sia dell’India che del Pakistan di riprendere i colloqui di pace e di risolvere tutte le questioni attraverso il dialogo”: è l’appello diffuso oggi dalla Commissione nazionale “Giustizia e pace” (Ncjp) della Conferenza episcopale del Pakistan, ripreso da Fides. La dichiarazione congiunta è firmata dall’arcivescovo Joseph Arshad, presidente della Commissione, da p. Emmanuel Yousaf, direttore nazionale, e da Cecil Shane Chaudhry, direttore esecutivo della Ncjp. “Ci aspettiamo che la comunità internazionale svolga il proprio ruolo per affrontare la situazione che sta causando la perdita di vite umane e per evitare un rovinoso conflitto in questa regione. Senza arrenderci di fronte alle difficoltà dobbiamo tutti cercare e seguire ogni possibile modo di evitare la guerra. Preghiamo perché Dio Onnipotente possa concedere saggezza alla leadership di entrambi i Paesi, per risolvere la crisi in corso, in modo che possano prevalere la pace e la prosperità, portando a un futuro migliore per le persone nella regione e nel mondo”. Analogo appello al dialogo giunge anche dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale dell’India, (Cbci): “Lanciamo un appello ai governanti perché scelgano la via del dialogo. Condanniamo ogni atto di terrorismo compiuto contro le forze indiane. Ma diciamo ‘no’ a qualsiasi opzione di guerra. Bisogna lavorare per una soluzione pacifica, che gioverà all’Asia meridionale e sarà significativa per tutto il mondo”. (clicca qui)

Libia: Conte, “speriamo sia la volta buona” per un accordo

“Stiamo seguendo con attenzione” quello che succede sulla Libia. “È il nostro dossier per quanto riguarda la politica internazionale principale. Speriamo davvero che questa sia la volta buona, ma lo dico con tutte le cautele del caso”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, rivolgendosi ai giornalisti fuori da Palazzo Chigi dopo l’incontro con i presidenti delle Regioni e delle Province Autonome. Commentando quanto emerso dal vertice di Abu Dhabi tra Haftar e al-Sarraj con la mediazione dell’Onu, il premier ha evidenziato che “tecnicamente l’accordo funziona, sembrerebbe ben accolto sia da Haftar che da al-Sarraj. Però la situazione libica è tale che bisognerà aspettare che sia accettato da tutti gli stakeholders, da tutti gli attori”. (clicca qui)

Ue-Ungheria: Commissione europea, “campagna del governo di Budapest distorce la verità”

(Bruxelles) “La campagna del governo ungherese distorce la verità e cerca di dipingere un’immagine oscura di un complotto segreto per portare più immigrazione verso l’Europa. La Commissione vorrebbe pertanto spiegare le cose in modo chiaro, punto per punto”. È un passo della risposta della Commissione pubblicata oggi in reazione a una campagna del governo ungherese: cartelloni pubblicitari, annunci di giornali a tutta pagina e una lettera del primo ministro indirizzata a tutti i cittadini ungheresi, “Voi anche avere il diritto di sapere cosa sta progettando Bruxelles!”. La Commissione europea, si legge nella risposta di Bruxelles, “è d’accordo sul fatto che i cittadini meritino di sapere la verità su ciò che l’Ue sta facendo. Ma crediamo che meritino realtà non finzione”. Quindi in un breve pamphlet, argomenta su sette temi sollevati dalla campagna ungherese. “L’Ue non è e non è mai stata ‘Bruxelles’, ma un progetto guidato e deciso dai suoi Stati membri, ognuno dei quali ha deciso unilateralmente e democraticamente che questo è il cammino che vogliono intraprendere, compresa l’Ungheria”, conclude il pamphlet. (clicca qui)

Albania: Consiglio interreligioso, invito al “dialogo e a una soluzione di questo prolungato conflitto”

“La situazione politica del nostro Paese, che ha dirette ripercussioni sulla dimensione socio-economica e sul futuro della nostra gioventù, crea uno stato di incertezza e viola la speranza di un popolo sofferente ma vitale e forte” di fronte alle prove della storia. Il Consiglio interreligioso dell’Albania si è così espresso sulla difficile situazione nel Paese, in una dichiarazione in cui esprime “profonda preoccupazione” e invita “i politici albanesi al dialogo e alla moderazione, e a una soluzione di questo prolungato conflitto” che rende l’Albania sempre più povera, fa fuggire albanesi, indebolisce le istituzioni democratiche, oltre a “danneggiare gravemente l’immagine dell’Albania nel mondo”. Dai leader religiosi, l’esortazione a che tutti “esercitino con forza la virtù della speranza, ferita giorno dopo giorno”, e chiedano “a tutte le parti politiche di mettere da parte la violenza verbale e fisica e il disprezzo per l’avversario politico”. (clicca qui)

Patrimonio ecclesiastico: mons. Rivella (Apsa), “leggenda metropolitana quella per cui 1 immobile su 4 in Italia è della Chiesa”

“Nelle leggende metropolitane, un immobile su 4 in Italia è della Chiesa, ma non è così: questo dato non ha raffronto di tipo statistico o scientifico e la nostra sensibilità ci porta a dire che è fuori dalla realtà”. Lo ha precisato mons. Mauro Rivella, segretario dell’Apsa, riferendosi “non ai beni immobiliari riconducibili al mondo cattolico, ma ai beni di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, cioè di diocesi, parrocchie, seminari, fondazioni di culto e religione, istituti religiosi”. Si tratta di una fake news, ha spiegato mons. Rivella, alimentata da “una carenza strutturale” che è quella di “non disporre di un’elencazione precisa del patrimonio immobiliare dei nostri enti”. Nel suo intervento al Convegno nazionale degli economi e dei responsabili degli uffici amministrativi, il segretario dell’Apsa ha tuttavia sottolineato che “il vero problema della Chiesa in Italia non è la carenza di vocazioni, ma l’eccesso di beni immobiliari e il numero eccessivo di chiese che rappresentano un importante centro di costo”. “La manutenzione rischia di essere il vero gravame”, ha osservato mons. Rivella che pur parlando di “onere”, ha poi definito il patrimonio immobiliare “forse un investimento”, ma certamente una “risorsa”. (clicca qui)

Diocesi: Lecce, audio presunti abusi sacerdote. L’arcivescovo Seccia ha adottato tutti i provvedimenti cautelativi

“A seguito della diffusione in rete di un file audio che svela i contenuti di una telefonata intercorsa tra un sacerdote della diocesi di Lecce e una persona che – stando al dialogo – risiederebbe in Germania, e soprattutto a seguito della fuorviante interpretazione offerta nei testi di lancio dal sito web che ha ritenuto di pubblicare la registrazione, si rende noto che l’arcivescovo Michele Seccia, informato del caso all’indomani del suo insediamento a Lecce, avvenuto nel dicembre 2017, ha immediatamente adottato nei confronti del sacerdote in questione tutti i provvedimenti cautelativi consentiti dalla normativa ecclesiastica vigente”. È quanto si legge in una nota diffusa dal portavoce dell’arcidiocesi di Lecce. “Insinuare il sospetto che l’arcivescovo, venuto a conoscenza delle circostanze riferite nella telefonata, abbia anche solo tentato di coprire eventuali abusi, costituisce una grave distorsione della realtà”, prosegue la nota: “a seguito dei recenti sviluppi, infatti, mons. Seccia ha provveduto a rendere ancor più rigide e perentorie le misure già adottate nei confronti del sacerdote”. L’arcivescovo “si riserva di adire le vie legali contro chi ha osato (o oserà) mettere in dubbio la sua correttezza, sostenuta da iniziative concrete e documentate, e contro chi ha tentato (o tenterà) di offendere il suo nome e quello dell’Istituzione che rappresenta”. (clicca qui)