Regionalismo differenziato

Autonomie: Stefani (min. Affari regionali), “il principio solidaristico non verrà meno”

“Basta leggere i testi delle intese per capire che l’autonomia non mina nulla, anzi. Noi non creeremo cittadini di serie A o B, noi non toglieremo nulla a nessuno. Per le regioni che non faranno richiesta di autonomia non cambierà nulla se non il fatto di perdere l’occasione importante di ammodernare ed efficientare l’apparato amministrativo regionale”. Lo dice il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, in un’intervista rilasciata al settimanale della diocesi di Vicenza, “La Voce dei Berici”, soffermandosi sul tema delle autonomie differenziate. Ricordando che “la spesa è calcolata sul costo storico il che significa che le regioni tratterranno le risorse che già oggi lo Stato spende per garantire quei servizi”, il ministro afferma che “è questo principio che rende la riforma a saldo zero”. “Il principio solidaristico – aggiunge – non verrà mai meno. È un principio sacro, previsto dalla Costituzione”. Poi, Stefani spiega che cosa cambierà per le regioni che otterranno quest’autonomia. “Cambia il rapporto con lo Stato. Le regioni potranno gestire le risorse relative alle competenze che otterranno. Questo implica semplificazione, velocizzazione dei processi, investimenti mirati visto che chi li fa conosce perfettamente il territorio e le sue esigenze”. Inoltre, secondo il ministro, “autonomia significa responsabilizzazione, i cittadini sapranno finalmente chi eroga bene o male un servizio e agiranno di conseguenza. L’autonomia avvicina i centri decisionali ai cittadini”.