Dialogo

Shoah: Di Segni (rabbino capo di Roma), “l’Europa è nata quando si sono aperti i cancelli dei campi di concentramento”

“La memoria è fondamentale per capire chi siamo e come orientarci nella nostra vita”: apre così il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, il suo intervento al convegno promosso nei giorni scorsi dalla diocesi di Frosinone sulla Shoah. “Quella tragedia ha fatto emergere le contraddizioni di una società intera: come essa può reggersi se non accetta chi non si piega alla maggioranza per differenze di qualunque motivo? Le differenze arricchiscono e non indeboliscono” aggiunge. Dal punto di vista storico, secondo Di Segni, “la Shoah non ha distrutto solo il popolo ebraico ma tutta l’Europa, che in fondo è nata nel momento in cui si sono aperti i cancelli dei campi di concentramento”. Alla domanda sulla singolarità della Shoah rispetto ai tanti massacri della storia, il rabbino capo di Roma ha risposto insistendo sul “progetto criminale intenzionale di uno Stato, che poi ha coinvolto altri Stati per la distruzione di un popolo. A questo progetto, si è unita la tecnologia, che si è messa a suo servizio e che negli anni Quaranta era rappresentata da treni, camere a gas, forni crematori, modalità di ricerca poliziesca…”. In un confronto sugli ebrei di ieri e di oggi, Di Segni ha infine sottolineato “i contributi significativi, spesso poi cancellati, portati da questa comunità in ogni società in cui ha vissuto. Come minoranza, hanno sempre cercato di conservare pensieri e tradizioni, anche con spirito critico rispetto alla maggioranza”.