Solidarietà

Diocesi: Pistoia, Fondazione Caript dona 200mila euro alla Caritas per lotta alla marginalità e sostegno alle opere di carità

Si rinnova l’impegno della Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia (Caript) per la lotta alla marginalità e per il sostegno alle opere di carità. Anche per il 2019, come già nelle annualità 2017 e 2018, è stato confermato il contributo di 200mila euro in favore della Caritas di Pistoia per il sostegno delle situazioni di difficoltà che emergono dai centri di ascolto del territorio. A renderlo noto è una nota diffusa oggi dalla diocesi di Pistoia. “Con il contributo 2018 sono stati possibili 1.782 interventi, con un bacino d’utenza di oltre 3.000 persone – spiega la diocesi –, che hanno riguardato il sostegno al pagamento delle utenze e di interventi sanitari (pagamento ticket visite mediche e farmaci)”. “Il generoso contributo della Fondazione Caript alla Caritas è un segno molto importante nella lotta alla marginalità e alla povertà – dichiara mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia –. Voglio ringraziare di cuore la Fondazione Caript per la costante vicinanza alle opere diocesane volte ad alleviare il disagio, oggi più che mai avvertito, di molte famiglie e di tante persone che ogni giorno si avvicinano alla rete dei centri di ascolto Caritas”. Un ringraziamento condiviso anche da Marcello Suppressa, direttore della Caritas diocesana, che però avverte: “I dati sugli interventi effettuati ci dicono che siamo ancora all’interno di una grande crisi che attanaglia i nostri territori e che sembra non trovare vie di uscita, almeno a breve termine. Siamo consapevoli che i nostri interventi, anche grazie al prezioso contributo della Fondazione, sono importanti, necessari ma spesso non risolutivi a superare le condizione di indigenza in cui versano interi nuclei familiari perché è solo attraverso una sana ripresa del lavoro che possiamo rendere dignità e autonomia”. “Questo scenario sociale – conclude Suppressa – tende ad invalidare molte persone, condannate ad una forte precarietà che può diventare permanente ed a una vulnerabilità continua in assenza di un mercato del lavoro organizzato, funzionale e orientato anche alle politiche attive”.