Crisi

Venezuela: Cañizález (giornalista), “industria petrolifera in bancarotta ed emergenza energetica”. E i poveri “seppelliscono i loro morti nei propri giardini”

“Durante il regime di Maduro, il Venezuela è tornato indietro e oggi la produzione del paese è quella di settant’anni fa. L’industria petrolifera, per quanto incredibile che questo appaia, è in bancarotta”. Lo scrive, in un articolo per il Sir, Andrés Cañizález, giornalista e docente di Scienza Politica all’Università Cattolica Andrés Bello di Caracas, descrivendo la drammatica situazione economica e sociale del Paese.
“Pur vivendo in un Paese produttore di petrolio – scrive il giornalista –, sono costretto a fare code di due o tre ore per poter fare benzina. Coloro che vivono nelle zone più isolate del Paese sono costretti a dormire in coda davanti alle stazioni di servizio, con soste di ventiquattro ore o più. Secondo stime indipendenti, in Venezuela, sarà richiesto un investimento di 30.000 milioni di dollari per poter portare la produzione di petrolio a 3 milioni di barili al giorno, com’era nel 1999, quando Hugo Chávez è entrato in carica”.
Buona parte del Venezuela, denuncia Cañizález subisce una crisi energetica, provocata dalla mancanza di risorse e dalla corruzione (sono state acquistate decine di generatori che mai sono arrivati nel paese o per i quali è stato pagato un sovrapprezzo gigantesco). Nella zona dove abito riceviamo l’acqua per un’ora al giorno, gli abitanti di altri quartieri devono comprare camion di acqua”.
La superinflazione (la più alta del mondo nel 2017 e nel 2018) coinvolge perfino il settore funerario: “Molti poveri in Venezuela seppelliscono i propri familiari morti in fosse che essi stessi scavano nei giardini delle loro case”.