Cura

Giornata del malato: p. Salvati (Angelicum), “impegno civile ed ecclesiale per evitare il declassamento del diritto alla salute”

“La prossimità nella sofferenza veicola l’amore di Dio per l’uomo ferito. Serve l’impegno civile ed ecclesiale per evitare il declassamento del diritto alla salute”. Lo afferma padre Giuseppe Marco Salvati, preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Mater Ecclesiae dell’Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) di Roma, in riferimento alla Giornata mondiale del malato. Una celebrazione che “ci aiuta a ricordare che possiamo vedere nella sofferenza l’occasione di attivare solidarietà e legami profondi, perché per tutti è rivelativa della nostra costitutiva fragilità e del bisogno di cure reciproche”. “Sappiamo – aggiunge p. Salvati – che se non è possibile soffrire al posto di un altro, si può soffrire con e per l’altro”. Riferendosi alla “pratica della cura”, il preside dell’Istituto sostiene che “è fatta di competenza, interessamento, attenzione e responsabilità”. “È una pratica in cui non dobbiamo contrapporre il curare e il prendersi cura, l’efficacia dei trattamenti e la qualità relazionale. Tutti abbiamo bisogno di dedizione e cura e chi soffre porta il nostro stesso nome”.