Chiese locali

Diocesi: mons. Marciante (Cefalù), “La buona parte non ci sarà tolta” è la lettera per il nuovo anno pastorale

“La parte buona che non ci sarà tolta” è il titolo della lettera di mons. Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, per il nuovo anno pastorale. Un documento che “non è stato scritto di getto”, né “partorito in un’unica giornata passata dietro alla scrivania”: lo stesso presule spiega che la lettera “è il frutto quotidiano di tanti appunti, di continue note che riempivano i fogli”. Non è quindi stata composta “soltanto dalle mani e dal cuore del vescovo, ma dalle mani e dal cuore di tutti voi. Vuole essere – dice – una trasposizione fedele delle vostre ansie, speranze, bisogni, emergenze, ferite e attese. Dei sogni della nostra Chiesa di Cefalù, espressi nella calda estate di quest’anno durante i tavoli sinodali. Contiene il nostro presente”.
La lettera pastorale di mons. Marciante ha, “come sottofondo,” il racconto di Antoine de Saint-Exupèry, il Piccolo Principe: “Mi sono ritrovato a vestire i panni di un pilota di aereo per trasportarvi su otto pianeti diversi e su ognuno andare in cerca dell’essenziale”. I pianeti sono: Dio; Giuseppe; fede; domenica; kerigma; famiglia; presbiteri e fede popolare. “Su ogni pianeta – spiega il vescovo – ci farà compagnia la volpe astuta, pronta ad indicarci i passi da gettare per ‘addomesticare’ la vita e le comunità all’essenziale”, mentre la rampa di lancio è, appunto, “il ‘Ritrovare l’essenziale”. C’è anche una “pista di atterraggio”, che è la Carità: “tutto deve orientarci al rapporto con gli altri, ad atteggiamenti di vera prossimità. L’epistola – afferma mons. Marciante – porta con sé il peso dei nostri continui e repentini cambiamenti sociali che lasciano il solco anche nel cammino delle nostre parrocchie. I cambiamenti sociali non devono confonderci, smarrirci, scoraggiarci. Vediamoli come dei segni dei tempi da illuminare col Vangelo”. Nella presentazione alla lettera, il vescovo di Cefalù, che si dice anche “un seminatore”, scrive che “la parte buona che non ci sarà tolta contiene tutta la fatica quotidiana che comporta il vivere oggi la nostra fede”.
Una lettera, come suggerisce lo stesso vescovo, “da leggere capitolo per capitolo. Un capitolo al mese” al quale accostarsi sia personalmente che con appuntamenti mensili nelle comunità parrocchiali. Al termine di ogni capitolo c’è infatti, la proposta di “passi sinodali” secondo “due prospettive: per me e per la comunità” perché “non dobbiamo mai separare il cammino personale dal cammino comunitario”.