Migranti

Stragi nel Mediterraneo: Unhcr, nel 2018 sei persone al giorno morte durante la traversata (2.257). In Libia “condizioni terribili”

I rifugiati e i migranti che hanno tentato di raggiungere l’Europa attraverso il Mar Mediterraneo nel 2018 hanno perso la vita “a un ritmo allarmante, mentre i tagli alle operazioni di ricerca e soccorso hanno consolidato la posizione di questa rotta marittima come la più letale al mondo”. Secondo l’ultimo rapporto Viaggi disperati, reso noto oggi dall’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, in media sei persone hanno perso la vita nel Mediterraneo ogni giorno. Si stima che 2.275 persone sarebbero morte o disperse durante la traversata del Mediterraneo nel 2018, nonostante un calo degli arrivi. In totale, sono arrivati 139.300 rifugiati e migranti in Europa, il numero più basso degli ultimi cinque anni. “Salvare vite in mare non costituisce una scelta, né rappresenta una questione politica, ma un imperativo primordiale”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il rapporto denuncia “un cambio delle politiche adottate da alcuni Stati europei” che ha portato a “numerosi incidenti in cui un numero elevato di persone è rimasto in mare alla deriva per giorni, in attesa dell’autorizzazione a sbarcare. Le navi delle Ong e i membri degli equipaggi hanno subìto crescenti restrizioni alle possibilità di effettuare operazioni di ricerca e soccorso”.

Migliaia di persone sono state ricondotte in Libia, “dove hanno dovuto affrontare condizioni terribili nei centri di detenzione”. “Per molti, approdare in Europa ha rappresentato la fase finale di un viaggio da incubo durante il quale sono stati esposti a torture, stupri e aggressioni sessuali, e alla minaccia di essere rapiti e sequestrati a scopo d’estorsione – sottolinea l’Unhcr -. Gli Stati devono agire con urgenza per scardinare le reti dei trafficanti di esseri umani e consegnare alla giustizia i responsabili di tali crimini”. Il rapporto rivela, inoltre, i cambiamenti nelle rotte: per la prima volta la Spagna è divenuta il principale punto d’ingresso in Europa con circa 8.000 persone arrivate via terra (attraverso le enclavi di Ceuta e Melilla) e altre 54.800 attraverso il Mediterraneo occidentale. Per questo il bilancio delle vittime in questa tratto di mare è quasi quadruplicato, da 202 decessi nel 2017 a 777 lo scorso anno. Circa 23.400 rifugiati e migranti sono arrivati in Italia nel 2018, un numero cinque volte inferiore rispetto al 2017. La Grecia ha accolto un numero simile di arrivi via mare, circa 32.500 persone rispetto alle 30.000 del 2017. Circa 24.000 rifugiati e migranti sono arrivati in Bosnia-Erzegovina.