Omelia

Diocesi: mons. Giulietti (Perugia), “essere fedeli a Cristo e alla sua gente fino al dono della vita, sull’esempio di san Costanzo”

“C’è un’affinità tra le migliori figure della storia della Shoah e la figura di san Costanzo. Egli decide che più importante della legge dell’Impero romano, più importante della prospettiva del perdere la propria vita è il dettame della sua coscienza che gli impone di essere fedele al suo Signore e alla sua gente fino al dono della vita. Come è stato più forte il dettato della coscienza in tante figure che negli anni bui della seconda guerra mondiale hanno saputo aiutare chi era perseguitato e cacciato, perché si sono fatte guidare dalla propria coscienza, dai propri valori”. Lo ha detto ieri sera mons. Paolo Giulietti, vescovo delegato ad omnia, nell’omelia dei Primi vespri della solennità di san Costanzo, vescovo e martire, patrono della città e dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve. “Anche nella nostra città, nella nostra Chiesa diocesana – ha ricordato Giulietti – abbiamo due ‘Giusti delle nazioni’: don Federico Vincenti, parroco di Sant’Andrea in Porta Santa Susanna di Perugia, e don Ottavio Posta, parroco di Isola Maggiore del Trasimeno. Le persone di coscienza sono sempre scomode, perché dinanzi alle realizzazioni sempre provvisorie e sempre imperfette della società e a volte della Chiesa, fanno sentire che c’è qualcosa di più da fare, da dire, da testimoniare, da osservare. Sono persone scomode, come è stato scomodo Costanzo al suo tempo, perché piacerebbe che tutti parlassero e pensassero allo stesso modo”. Guardando al presente, mons. Giulietti ha sottolineato come “non possiamo non riconoscere che c’è un grande tentativo di omologazione del pensiero, un grande tentativo anche rivolto ai giovani, di fare in modo che tutti pensino, credano, cerchino, vogliano le stesse cose”. “Ma noi – prosegue – abbiamo bisogno invece che la nostra società si fondi su persone che hanno una coscienza, dei valori in cui credere e per i quali sono disposti a dare la vita. Queste persone, che sul momento possono dare fastidio e possono essere perdenti, come è stato perdente Costanzo, che ha perso la sua vita, come è stato perdente Gesù, i cui nemici l’hanno tolto di mezzo, però dopo qualche tempo sono diventate di riferimento. Costanzo è ancora oggi di riferimento per la nostra comunità diocesana, ma anche per la nostra comunità cittadina, come sono di riferimento e di onore le figure dei giusti”.