Convegno a Milano

Luigi Sturzo: Truffelli (storico), approccio aconfessionale alla politica senza rinunciare all’ispirazione evangelica

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

(Milano) “Le lezioni che il pensiero e l’opera di Sturzo ci consegnano sono effettivamente tante, e di grande spessore. Anche al di là delle singole posizioni assunte, tra le quali è facile trovare considerazioni di segno diverso, com’è naturale trattandosi di un pensiero e di un impegno fattivo che si estende su più di 50 anni e attraversa stagioni politiche ed ecclesiali estremamente differenti tra loro”. Lo afferma Matteo Truffelli, storico, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, al convegno milanese sui cento anni dell’appello “ai liberi e forti” del sacerdote siciliano. “Dentro questi stessi cambiamenti di posizione possiamo individuare una prima grande lezione sturziana: il fortissimo senso della concretezza storica dell’azione politica; la convinzione della necessità di un approccio ideale ma mai ideologico alla politica stessa”. Sturzo “è colui che per eccellenza pensa la politica da una angolatura prospettica di tipo programmatico. È colui che introduce nel nostro Paese l’idea e il fatto stesso del partito di programma, un organismo politico pensato per riunire e organizzare forze sociali e culturali non attorno alla difesa o anche solo alla rappresentanza di interessi specifici e appartenenze identitarie (territoriali, sociali, ideologiche, ma nemmeno ecclesiali, pur essendo don Sturzo un prete), ma attorno a un’idea di futuro, a un’idea di Paese e di mondo e a un preciso programma da realizzare per costruire quel futuro”.
Per Truffelli “a guidare Sturzo è sempre il senso della storia come grembo dentro cui cogliere e costruire le opportunità per un’azione politica idealmente ispirata”. Fra i temi del pensiero e dell’azione sturziani sollevati e ripercorsi da Truffelli la costruzione della pace, l’approccio aconfessionale alla politica senza rinunciare alla ispirazione evangelica dell’agire pubblico. Non di meno, Sturzo “rimase sempre innanzitutto un prete, rigorosamente fedele ai doveri del proprio ministero. Questo significò anche, in più occasioni, accettare di pagare un altissimo prezzo personale per la propria fedeltà alla Chiesa e alla coscienza”.