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Messico: dalla Chiesa un Piano per la costruzione della pace. “Chiamati a raddoppiare gli sforzi”

La Conferenza episcopale messicana (Cem), nell’ambito del suo rinnovamento pastorale avviato in seguito alla visita di Papa Francesco (febbraio 2016) rafforza il modo deciso il suo impegno per la pace attraverso un articolato documento pubblicato ieri, dal titolo “Piano della Chiesa cattolica per la costruzione della pace”.
“La realtà nella quale si trova il nostro Paese, la corruzione e la violenza nella quale viviamo da anni, ci chiama come Chiesa a raddoppiare gli sforzi e ad operare uniti, integrando e indirizzando tutti le nostre forze e risorse”, scrivono i firmatari del documento: il card. José Francisco Robles Ortega, presidente della Cem e arcivescovo di Guadalajara; mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola, segretario generale della Cem e vescovo ausiliare di Monterrey; mons. Carlos Garfias Merlos, arcivescovo di Morelia e responsabile del settore Giustizia, pace, riconciliazione, fede e politica della Cem; mons. Leopoldo González González, vescovo di Nogales e presidente della Commissione episcopale di Pastorale sociale-Caritas; mons. Víctor René Rodríguez Gómez, vescovo di Chalco e responsabile della Commissione episcopale per la pastorale della Comunicazione.
Il documento fissa cinque opzioni pastorali, da cui partire: per una Chiesa che annuncia e costruisce la dignità umana; per una Chiesa compromessa con la pace e le cause sociali; per una “Chiesa Popolo”; per una Chiesa missionaria ed evangelizzatrice; per una Chiesa che prova compassione e testimone di redenzione.
Una Chiesa che fa la scelta della pace e delle cause sociali presuppone, poi, una serie di precisi impegni, e in particolare “inserire la Dottrina sociale della Chiesa come asse trasversale nella formazione degli operatori pastorali, di catechisti ordinari e pre-sacramentali e di tutti i fedeli cristiani”. Necessario, inoltre “promuovere e ricostruire il sentimento comunitario” nella società, “affinché ogni persona si coinvolga e partecipi alle cause sociali”. Ancora, il documento invita a dialogare e collaborare con le autorità e con i diversi soggetti della società civile, ad “appoggiare e accompagnare le cause indigene e la cura e la protezione delle loro ricchezze naturali, territorio e cultura”, a sostenere la nascita di Centri per i diritti umani nelle comunità cristiane, ad accogliere, difendere e accompagnare i migranti, a “rafforzare il sentimento di responsabilità civile dei cittadini”. Il documento prosegue poi individuando ulteriori impegni e responsabilità per le varie dimensioni della Pastorale sociale.