Pastorale familiare

Diocesi: Caltanissetta, nuovi percorsi di formazione al matrimonio proposti con “L’anello della fede”

“L’anello della fede”: è questo il titolo del nuovo percorso di formazione al sacramento del matrimonio, inaugurato domenica scorsa nella diocesi di Caltanissetta. Un progetto che coinvolge 250 persone: 110 coppie di laici più 40 sacerdoti, che hanno seguito un percorso di formazione di oltre due anni coordinato dall’Ufficio diocesano di pastorale familiare, nel corso del quale sono stati elaborati i temi dei 18 incontri che da quest’anno nella diocesi siciliana saranno l’unica esperienza necessaria per accostarsi al matrimonio cristiano. A cura della diocesi, è stato pubblicato il testo-guida per le equipes che opereranno a livello parrocchiale o inter-parrocchiale che per ognuno dei temi sviluppa gli obiettivi, la preghiera, l’icona biblica di riferimento, la Parola “svelata”, gli approfondimenti e le attualizzazioni, con gli interrogativi da proporre per riflettere insieme su ogni tematica. Ai fidanzati verrà consegnato il “Quaderno” che completa il testo con gli schemi di riflessione e le preghiere. Il nuovo percorso di preparazione al matrimonio punta sulla corresponsabilità dei laici e dei sacerdoti, impostando la pastorale familiare nei confronti delle famiglie in formazione come un percorso di consapevolezza del senso pieno del matrimonio cristiano, che continua nell’accompagnamento della coppia anche dopo la celebrazione del matrimonio da parte di tutta la comunità parrocchiale. “È un progetto organico – spiega il vicario generale, Giuseppe La Placa – che innova profondamente nella Chiesa nissena la pastorale familiare e contemporaneamente la vita di tutte le comunità parrocchiali che accoglieranno le nuove famiglie, attivando reti di relazioni significative e solidali, in uno spirito di corresponsabilità tra sacerdoti e laici”. “È una svolta davvero storica – afferma il vescovo di Caltanissetta, mons. Mario Russotto – perché cambia tutto: la comunità parrocchiale o inter-parrocchiale è coinvolta nella responsabilità di formazione e accompagnamento dei fidanzati. I quali vengono da situazioni difficili: molti ormai sono già conviventi, diversi sono già genitori. È un lavoro difficile, che possiamo portare insieme se abbiamo l’umiltà e il coraggio di tessere relazioni e di vivere una trama di comunione e di comunicazione. Noi vogliamo raggiungere i lontani, quelli che non ascoltano più, o per sordità o per indifferenza, o perché nessuno ha mai parlato loro di Gesù. Noi vogliamo avvicinare i lontani e convertire i vicini, perché tutti acquistino la capacità della parola, creando non isole, ma arcipelaghi in comunione, nella rete delle nostre comunità parrocchiali e delle nostre associazioni”.