Report
“Solo circa un quarto delle esportazioni mondiali proviene da Paesi con attività di contrasto attive verso le società che corrompono all’estero”. È quanto emerge dal report “Exporting Corruption – Assessing Enforcement of the Oecd Anti-Bribery Convention”, diffuso oggi da Transparency International e in cui viene valutata l’attuazione dei principi contenuti nella Convenzione Ocse contro la corruzione internazionale. “La Convenzione – viene ricordato – è uno strumento chiave per arginare la corruzione globale perché i 44 Paesi firmatari sono responsabili di circa il 65% delle esportazioni mondiali e di oltre il 75% del totale degli investimenti diretti all’estero”.
Quattro le categorie in cui sono stati suddivisi i Paesi in base all’attuazione dei principi. Il report di Transparency International rileva che solo 11 delle 44 giurisdizioni classificate mettono in pratica la Convenzione in modo attivo o moderato contro le società che corrompono all’estero.
I Paesi in cui c’è un’attuazione “attiva” sono 7: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Italia (con quota di esportazione pari al 2,7%), Svizzera, Norvegia e Israele. Rispetto al 2015, la categoria “attiva” ha visto un incremento sia del numero di Paesi (da 4 a 7) sia della percentuale di esportazioni mondiali (da 22,8% a 27%).
Applicazione “moderata”, invece, in 4 Paesi (con il 3,8% delle esportazioni mondiali): Australia, Brasile, Svezia e Portogallo. In 11 Paesi (con il 12,3% delle esportazioni mondiali) è stata riscontrata un’applicazione “limitata”: Francia, Paesi Bassi, Canada, Austria, Ungheria, Sudafrica, Cile, Grecia, Argentina, Nuova Zelanda e Lituania. Poca o nessuna applicazione in 18 Paesi (con il 21,6% delle esportazioni mondiali): Giappone, Corea del Sud, Spagna, Messico, Russia, Belgio, Irlanda, Polonia, Turchia, Danimarca, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Repubblica slovacca, Finlandia, Colombia, Slovenia, Bulgaria ed Estonia. A questi Paesi vengono accomunati anche Cina, Hong Kong, India e Singapore, che aggiungono un ulteriore 18% al livello delle esportazioni mondiali in questa categoria.
Miglioramenti nell’applicazione, con un conseguente cambio di categoria, sono stati registrati in 8 Paesi, con tre (Israele, Italia e Norvegia) che si sono spostati nella categoria “attiva”, tre (Brasile, Portogallo e Svezia) si sono aggiunti alla categoria “moderata” e due (Argentina e Cile) sono entrati nella categoria “limitata”. Quattro Paesi che rappresentano il 6,7% delle esportazioni mondiali, registrano livelli di applicazione in calo (Austria, Canada, Finlandia e Corea del Sud).