Visita

Papa Francesco a Palermo: la Missione Speranza e Carità si prepara con alcuni incontri sull’integrazione

“È meglio per un africano vivere in un carcere italiano che in Africa. In molti Paesi africani c’è la dittatura, in altri la guerra, in altri il terrorismo in tanti altri la povertà estrema e si muore di fame”. Lo ha detto ieri sera Marie Anne Molo, Missionaria del Vangelo, nata in Camerun ma residente a Palermo, intervenendo al primo appuntamento nella “Cittadella del Povero e della Speranza” dell missione fondata da Biagio Conte, dove si recherà Papa Francesco, il 15 settembre, per condividere il pranzo con i poveri. La religiosa è giunta in Italia diversi anni fa per studiare e poi tornare in Camerun con l’obiettivo di impegnarsi nella promozione dello sviluppo dell’area rurale da cui proviene. Già da alcuni anni, con il supporto delle Missionarie del Vangelo, realizza diversi microprogetti (frantoi, mulini, pollai, coltivazioni, un pozzo per l’acqua potabile) per aiutare in Camerun il suo popolo. “In Africa – ha raccontato – in tante zone rurali, non esistono servizi di base, come l’acqua potabile e l’illuminazione. Non esiste uno stato sociale, i cittadini non hanno diritto ad alcun servizio da parte dello Stato, tutto è a pagamento: l’istruzione, la copertura sanitaria. Il lavoro manca e si vive di sussistenza e di vendita di prodotti agricoli”. Quindi, la scelta di venire in Italia per la formazione religiosa e per consacrarsi al Signore. Di qui la scelta di studiare economia dello sviluppo alla Pontificia Università Gregoriana. “Io sogno di cambiare la vita della mia gente e di sfruttare bene le nostre risorse: legname, minerali, petrolio. Sin da bambina desideravo consacrarmi al Signore per dedicare tutta la mia vita ad aiutare la mia gente”.