Pastorale
I segni religiosi “ci richiamano al senso del bello, della necessità di camminare e di ascendere nella vita, nella compagnia degli uomini e del Signore”. Così l’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro, fuori sede per impegni pastorali, dopo avere appreso degli atti sacrileghi perpetrati da ignoti nel comune di Favara in “contrada Muntagne’, dove è stata decapitata la statua della Madonna e mozzate le mani a quella del Sacro Cuore di Gesù. Nell’esprimere ferma condanna per l’ignobile gesto, che offende la comunità ecclesiale e i suoi fedeli, ma non meno quanti hanno a cuore la civile convivenza e il rispetto delle persone e delle coscienze, Montenegro dichiara: “Sono vicino alla comunità di Favara e ai volontari, offesi dal disprezzo delle immagini di Cristo e di Maria. I segni religiosi come le statue, le croci e le immagini disposte dai fedeli in cima ai monti e sulle strade, ci richiamano al senso del bello, della necessità di camminare e di ascendere nella vita, nella compagnia degli uomini e del Signore”. L’arcivescovo invita a pregare “perché, noi e gli autori di questo spregevole gesto, impariamo ad avere sempre più il culto del bello, del rispetto della natura e dei segni religiosi che manifestano la dignità di ogni uomo e di ogni ricerca di vera felicità”.