Lavoro

Rapporto Svimez: Costalli (Mcl), “il Sud non può più permettersi chiacchiere”

600mila famiglie disoccupate, l’aumento dei “working poors” e la grande fuga all’estero di1,8 milioni di persone, perlopiù giovani: sono i dati delle anticipazioni dell’ultimo rapporto Svimez.  con queste parole il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, ha commentato le anticipazioni del rapporto Svimez 2018. “Da anni – commenta il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), Carlo Costalli –  cerchiamo di richiamare l’attenzione dei governi che si sono succeduti sulle condizioni del nostro Mezzogiorno”. Troppo tempo si è perso finora e troppo continua a perdersi: dal crollo degli investimenti responsabilità del precedente governo, assistiamo oggi a sole chiacchiere di carattere assistenziale proprio dal governo che aveva impostato la campagna elettorale sul Mezzogiorno, e che il Sud pieno di speranze ha premiato con tanti voti”, la denuncia. Per il presidente di Mcl, “il Sud non ha bisogno di provvedimenti assistenziali, ha bisogno di infrastrutture che portino investimenti e lavoro, favoriscano il turismo e di un trasporto celere dei prodotti di qualità in agricoltura. Creare alta velocità ferroviaria, un sistema aeroportuale, banda ultra larga, università, centri di ricerca, start-up innovative; lavorare sulla competitività delle imprese offrendo opportunità di investimento anche attraverso politiche che incentivino le assunzioni a tempo indeterminato; creare nuovi posti di lavoro; ripristinare un sistema di legalità forte, contrastando con tutti i mezzi e le risorse necessarie la criminalità organizzata e la corruzione che di fatto sono un freno allo sviluppo dei territori”. “Di questo ha bisogno il Mezzogiorno per non sprofondare”, dichiara Costalli: “Tutto questo è compito delle istituzioni: ma è solo con politiche adeguate e fatti concreti che si possono realizzare, le chiacchiere sono utili solo alle campagne elettorali. Il nostro Mezzogiorno non può più permettersi chiacchiere né di sprecare altro tempo, altrimenti rischia di crollare irrimediabilmente in un baratro da cui difficilmente sarà possibile uscire”.