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50° Humanae Vitae: mons. Semeraro (Albano), “Paolo VI consapevole delle difficoltà dell’accoglienza dell’enciclica, oggi stesso punto nodale”

“Quando l’enciclica fu resa nota, la reazione dell’opinione pubblica non fu favorevole. Critiche e rilievi vennero anche dall’interno della Chiesa”. Lo ricorda mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali, in una nota per il Sir sui 50 anni dell’enciclica di Paolo VI “Humanae Vitae”. Dopo aver citato una confidenza fatta dal Pontefice a un amico, Jean Guitton (“Nell’amore non c’è solo l’amore. Vogliamo dire che nell’amore dell’uomo è racchiuso l’amore divino. Per questo il legame tra amore e fecondità è un rapporto così armonioso e segreto”), il vescovo sottolinea come “delle difficoltà riguardo all’accoglienza dell’enciclica Paolo VI fu da sempre ben consapevole, così come lo era dell’ineludibilità del suo dovere di proclamare la dottrina cristiana”. Eppure il Papa “rimaneva fiducioso che il suo documento ‘quasi per virtù propria, per la sua umana verità’, sarebbe stato alla fine bene accolto, nonostante la diversità di opinioni largamente diffusa e anche nonostante la difficoltà insita nella via tracciata per chi la volesse fedelmente percorrere. In realtà ciò non avvenne”. Ricordando il contesto in cui nacque, “quel 1968 in cui giungeva al suo apice l’utopia della ‘liberazione sessuale’”, l’enciclica di Paolo VI era “inevitabilmente anacronistica”. “Considerata praticamente irricevibile nel contesto occidentale, l’enciclica ebbe al contrario un’accoglienza sostanzialmente positiva nei Paesi del Terzo Mondo e, in particolare, in America Latina”. Così mons. Semeraro segnala che “a distanza di cinquant’anni dalla sua pubblicazione, siamo ancora posti davanti a quello che potrebbe essere ritenuto il suo punto nodale. Lo troviamo nel n. 9 dell’enciclica, dove Paolo VI evidenzia le note e le esigenze caratteristiche dell’amore coniugale”. Si tratta di un amore “pienamente umano”, “totale, ossia una forma tutta speciale di amicizia personale”, “fedele ed esclusivo” e “fecondo”.