Diocesi

Migranti: mons. Suetta (Ventimiglia) risponde ai firmatari della lettera ai vescovi italiani, “intollerabile rifiutarli, maltrattarli, sfruttarli”

“Rifiutare, maltrattare, sfruttare quanti si trovano in queste condizioni è intollerabile, come anche il negare l’assistenza e le cure necessarie per la sopravvivenza è contrario all’insegnamento del Vangelo e al rispetto di ogni diritto umano fondamentale”. Lo ribadisce mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, in una lunga lettera in risposta ai firmatari della recente “Lettera ai vescovi italiani” che chiedeva una presa di posizione sul tema dei migranti. Mons. Suetta racconta l’esperienza della Chiesa di Ventimiglia: “Su questo confine si sono consumate grandi tragedie umane, per la morte violenta di uomini e donne (anche incinte) rimaste vittime di incidenti nel tentativo di oltrepassare lo sbarramento francese, percorrendo di notte i binari della ferrovia, la galleria dell’autostrada o il “sentiero della morte” sui monti. A questo si aggiunga la proliferazione di situazioni di criminalità e di business, ad opera dei cosiddetti ‘passeurs’”. Il vescovo di Ventimiglia riflette sul ruolo della Chiesa in queste situazioni, il cui compito principale è “indicare principi morali perché le comunità cristiane possano svolgere il loro ruolo di mediatrici nella ricerca di soluzioni concrete adeguate alle realtà locali”. “L’esperienza dell’emigrazione – afferma – è dolorosa per ogni uomo; soffre chi è costretto a lasciare la famiglia, la casa, la terra, abbandonando affetti, costumi, lingua, cultura e tradizioni che compongono la propria identità; soffre la famiglia privata di un suo componente e smembrata; soffre la terra depauperata spesso delle sue risorse migliori. A ciò si affiancano le difficoltà dei popoli occidentali nel realizzare una difficile integrazione, spesso preoccupati – non sempre senza ragione – di preservare la loro sicurezza e la loro identità culturale e religiosa”. Ribadendo il “dovere dell’accoglienza di chi bussa alla nostra porta in condizioni di grave emergenza” e l’impegno “per garantire ai popoli la possibilità di non emigrare”, mons. Suetta ricorda che i migranti sono “tre volte vittime”: “di ingiustizie, di miserie e spesso anche di guerra”, “di rifiuto e sfruttamento nei Paesi in cui approdano”. Ma anche, a suo avviso, “insieme alle popolazioni occidentali, di ‘piani orchestrati e preparati da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei'”. A suo parere oggi “è in atto una ‘guerra’ contro le religioni, ogni religione, e contro il riferimento a Dio nella vita dell’uomo”.