Crisi socio-politica
Dolly Makambo, sindaco del municipio di Gombe, nel quartiere di Kinshasa, è entrato sabato scorso nel Centro interdiocesano e ha strappato personalmente alcuni striscioni appesi sull’edificio centrale, sui quali vi erano scritte contro un terzo mandato presidenziale del presidente Joseph Kabila e “No alla revisione della Costituzione”, due punti chiave dell’accordo del 31 dicembre 2016 (Accordo di San Silvestro), appoggiato dalla Chiesa. I vescovi riuniti nella Cenco (Conferenza episcopale nazionale del Congo) protestano contro la “violazione di domicilio” e delle “immunità diplomatiche”, visto che il terreno è una concessione della nunziatura apostolica nella Repubblica democratica del Congo. “È uno scandalo inaccettabile”, affermano i vescovi nella nota firmata da padre Donatien Nsholé, segretario generale della Cenco: “Ancora più grave il fatto che il signor sindaco abbia minacciato i guardiani della Cenco che, all’interno delle loro funzioni, cercavano di impedirgli questo atto ignobile”. I vescovi condannano dunque “questa violazione e questo attacco ai diritti garantiti in particolare da una autorità politico-amministrativa che ricordava ad alta voce il suo ruolo di giurista durante questo atto incivile”. Questo gesto, proseguono, “merita tutta l’attenzione delle autorità cittadine e del Paese. Altrimenti sarebbe banditismo di Stato e ci riserveremmo il diritto di ricorrere alla giustizia”. I vescovi ricordano che l’Accordo di San Silvestro “è l’unico piano per uscire pacificamente dalla grave crisi socio-politica che sta attraversando il Paese”.