Patrimonio

Beni culturali ecclesiastici: mons. Baturi (Cei), in nuove disposizioni su contributi trasparenza, corresponsabilità, solidarietà, integrazioni per eventi calamitosi

Per mons. Giuseppe Baturi, sottosegretario della Cei, le due categorie fondamentali in cui le nuove Disposizioni dall’Ufficio nazionale Cei per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto organizzano il patrimonio sono: i beni artistici e culturali e i luoghi per il culto e le attività pastorali. Intervenendo alla Giornata nazionale Bce “Dalla conoscenza alla progettazione per la gestione del patrimonio”, promossa oggi a Roma dall’Ufficio nazionale Cei per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, Baturi illustra le principali novità delle nuove Disposizioni: “L’approccio di fondo al patrimonio – spiega fra l’altro – si sposta dall’uso delle risorse economiche alle necessità in funzione del servizio prestato alle comunità, anche attraverso la progettazione e la programmazione degli interventi, a partire dal patrimonio disponibile, per una migliore gestione degli investimenti”. Quest’ultimo viene valutato “a partire dalla sua funzione nel servizio prestato alle comunità nel provvedere alle esigenze di culto della popolazione. Strategico il lavoro integrato fra diverse istituzioni culturali (musei, archivi, biblioteche) e patrimonio diffuso sul territorio diocesano (chiese, rettorie …). Gli interventi sul patrimonio immobiliare esistente, spiega ancora, “sono previsti nell’unica categoria per tutti gli edifici che hanno più di 20 anni e il contributo viene calcolato sulla spesa effettiva. La costruzione di nuovi edifici segue i parametri riferiti agli abitanti”. E’ inoltre previsto che “il presidente del Comitato informi annualmente la Presidenza sulle attività svolte, avendo particolare riguardo agli aspetti di rigore e trasparenza”. Trasparenza significa “rendicontazione su spazio accessibile e pubblico” con “uno sforzo di trasparenza e spiegazione. Con una maggiore conoscibilità le persone si sentono più responsabilizzate”. Infine, eventuali contributi integrativi “possono essere concessi in caso di varianti approvate dal Comitato, di revoca di fondi già deliberati da enti pubblici o privati, di eventi calamitosi”. Centrali il principio di partecipazione e corresponsabilità all’interno degli organismi diocesani e il principio di solidarietà.