Relazione Stato-religioni

Russia: mons. Migliore (nunzio), “lo Stato riconosca il ruolo della Chiesa nella società, nel rispetto della legislazione”

Intervenendo oggi all’incontro sulle relazioni tra lo Stato e le Confessioni religiose a San Pietroburgo, nel quadro del VIII Forum internazionale giuridico, l’arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico nella Federazione Russa ha presentato la “visione della Chiesa cattolica del rapporto Chiesa-Stato”, ripercorrendo sinteticamente l’evoluzione a partire dagli stati confessionali fino alla Dignitatis humanae e alla Gaudium et spes, che ha enunciato l’indipendenza e l’autonomia di comunità politica e Chiese. “Reciproche indipendenza e autonomia di Stato e Chiesa si traducono in riconoscimento della personalità giuridica della Chiesa e delle sue istituzioni nel contesto e nel rispetto dell’assetto costituzionale e legislativo dello Stato”, ha affermato mons. Migliore. Ciò implica che “lo Stato riconosca il ruolo della Chiesa nella società, nel rispetto della legislazione nazionale”. Autonomia “significa anche libertà di amministrazione interna, libertà di organizzazione del culto pubblico e del proprio insegnamento; libertà di comunicazione, di gestione dei beni materiali e di costituire associazioni educative, culturali, umanitarie e sociali”. Su queste basi, “la Santa Sede ha sviluppato negli ultimi decenni” una “attività pattizia” multiforme, che mons. Migliore ha brevemente esemplificato e che “si è estesa anche a Paesi a maggioranza ebraica, come Israele; o islamica come Kazakhstan, Palestina, Azerbaijan, Albania e Bosnia Erzegovina; nonché a Paesi africani”.