Società

Rapporto Istat: le relazioni familiari e sociali rendono migliore la vita, il dramma della solitudine

Tra le persone attive in associazioni e che hanno sia una rete di amici, sia una rete di sostegno, la quota di quanti esprimono piena soddisfazione per la vita supera il 50%. Le persone sole e senza reti sono, invece, le più insoddisfatte della vita, delle relazioni, del tempo libero e ripongono meno fiducia negli altri. È un dato che fa parte della percezione comune, a cui però l’Istat ha voluto dare – nel suo Rapporto annuale – anche una dimensione statistica. Mettendo in luce un paradosso: è infatti possibile individuare situazioni in cui il tempo trascorso in solitudine è carente. È il caso dei bambini tra 6 e 13 anni, che hanno poco tempo per sperimentare la propria autonomia (solo 1h52′ contro circa 8 ore passate con familiari coabitanti), e delle loro madri, che trascorrono da sole 3h31′ al giorno, 1h45′ in meno rispetto alle coetanee in coppi senza figli.
In generale, però, tutti gli indicatori dell’Istat stabiliscono una relazione nettamente positiva tra le relazioni familiari e sociali e il benessere delle persone. Lo sanno bene gli anziani che vivono soli e che trascorrono il 70% del proprio tempo in cui sono svegli senza alcuna compagnia e interagiscono con altre persone solo 4 ore al giorno.
Il territorio in cui si vive è una variabile rilevante per il tipo di relazioni. Nelle grandi aree urbane si passa più tempo con i propri amici rispetto ai centri più piccoli (il 59.9% contro il 51,8%), dove invece è maggiore il tempo dedicato ai familiari non coabitanti. Quanto a internet, secondo l’Istat chi frequenta di più gli amici è anche più attivo sui social network, anche se le relazioni sociali dirette restano comunque la forma di interazione più appagante. Il web è uno strumento di comunicazione anche tra genitori e figli: lo usano assiduamente a questo fine il 55,2% delle madri e il 47,3% dei padri (tra i nati nel periodo 1966-1980) e uno su tre dei genitori nati tra 1946 e 1965).