Integrazione

Migranti: rapporto Msf, in Italia 10mila rifugiati in insediamenti informali. Luoghi in cui spesso manca acqua, luce e cibo

Sono almeno 10.000 i rifugiati e migranti che vivono in insediamenti informali in Italia, in condizioni durissime e con accesso limitato ai beni essenziali e alle cure mediche”. Lo ha dichiarato Giuseppe De Mola, responsabile progetti migrazione per Msf Italia e curatore del rapporto “Fuori Campo. Insediamenti informali, marginalità sociale, ostacoli all’accesso alle cure e ai beni essenziali per migranti e rifugiati” la cui seconda edizione è stata presentata oggi a Torino. Secondo De Mola questa situazione “è il risultato di un sistema di accoglienza inadeguato e di politiche di accompagnamento all’inclusione sociale inesistenti, che da anni continuano a produrre marginalità sociale e tensioni tra i migranti e le comunità locali”. De Mola ha descritto una situazione difficile in tutta Italia. Sarebbero circa 50 i centri informali attualmente presenti nel Paese, “ma  si tratta – ha spiegato -, di un numero approssimativo perché spesso questi insediamenti scompaiono e ricompaiono velocemente”. Sono baraccopoli ma anche palazzine occupate abusivamente oppure aree all’aperto. Comuni le condizioni abitative: mancanza di acqua e di elettricità molto spesso, oltre che di cibo e di accesso ai servizi di assistenza sanitaria.  “Molto spesso – ha sottolineato De Mola -, chi vive in questi ambienti non è clandestino”.

De Mola ha poi insistito sulle modalità di gestione delle emergenze. “Non sono cambiate – ha detto – le politiche di gestione di questi fenomeno. Ci sono le tendopoli di prima accoglienza costruite anche con attenzione dalla Protezione Civile che vengono poi cedute a cooperative ad ai Comuni che le gestiscono in qualche modo fin che ci sono i soldi. Poi si passa all’abbandono, agli incendi e quindi ad una nuova emergenza che comporta lo spostamento dell’insediamento a poca distanza dal luogo originario”. Fra le maggiori criticità, infine, De Mola ha indicato quelle legate alla mancanza di assistenza sanitaria, un problema al quale a Torino si è provato a dare risposta nell’ambito dell’insediamento informale dell’ex MOI, l’area dei vecchi mercati generali della città, con un progetto che ha coinvolto la Asl, il Comune, la Diocesi e la Compagnia di Sanpaolo. Ma Msf ha avviato anche altri progetti di orientamento socio-sanitario o assistenza medica in diversi insediamenti informali in Italia. Ha distribuito beni di prima necessità, sacchi a pelo e kit igienici alle frontiere settentrionali, Ventimiglia, Como, Bolzano, Gorizia. Un’équipe mobile fornisce assistenza medica e psicologica negli insediamenti informali a Roma. A Palermo ha avviato attività di orientamento ai servizi sanitari rivolte a migranti stranieri ma anche a italiani con l’impiego di volontari appositamente selezionati e formati a livello locale.