Studio

Diritti umani: Amnesty, “6 italiani su 10 contrari a vendita armi a Yemen. 1 su 2 non sa del reato di tortura”

Quelli della scuola Diaz a Genova, di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi e Giuseppe Uva sono solo alcuni casi di tortura che, nonostante il passare degli anni, continuano ad essere controversi e ricorrenti nelle notizie di cronaca e attualità. Attualità segnata anche dai circa 14.000 civili yemeniti morti e feriti sotto le bombe saudite fornite dall’Italia. Per capire quale sia il pensiero degli italiani sui diritti umani, in particolare in merito al reato di tortura e alla vendita di armi all’Arabia Saudita, Amnesty international ha realizzato in collaborazione con Doxa, uno studio su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta (18-70 anni), all’interno della campagna di raccolta fondi con il 5×1000 dell’organizzazione. Nel luglio 2017 è stato introdotto in Italia il reato di tortura, ma 1 italiano su 2 non lo sa. Tra il restante 48% che ne è consapevole, ben 6 intervistati su 10 dichiarano che la legge era necessaria, mentre per 1 italiano su 4 la legge andrebbe migliorata. Infine, per il 12% non era necessario questo aggiornamento giuridico e sarebbe stato meglio concentrarsi su altro. Amnesty ha chiesto agli italiani di esprimere anche la loro opinione riguardo l’autorizzazione alla vendita delle armi fabbricate in Italia all’Arabia Saudita, usate per bombardare civili in Yemen. 6 italiani su 10 si dicono contrari, considerando la vendita di armi un errore che viola le leggi internazionali sui diritti umani a cui il nostro Paese ha aderito. Di contro, quasi un quarto degli italiani si pronuncia come favorevole: per il 15% del totale il Governo italiano opera nel rispetto delle leggi, mentre una minoranza (l’8% del campione) pensa che se non fosse l’Italia a vendere le armi all’Arabia Saudita lo farebbe qualcun altro. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international Italia , ricorda che, “con 30 anni di ritardo, il precedente Parlamento ha approvato una legge non conforme alla Convenzione Onu contro la tortura”. Inoltre, “l’Italia da tre anni fornisce armi all’Arabia Saudita, che le usa per compiere bombardamenti sullo Yemen. Da un lato l’Italia non fa il massimo per prevenire violazioni dei diritti umani in casa, dall’altro è complice di violazioni dei diritti umani all’estero”.