Conflitti

Colombia: inizia ufficialmente il mandato della Comisión de la Verdad presieduta dal gesuita De Roux

Dopo una fase preliminare di ascolto e approfondimento, è iniziato ufficialmente martedì in Colombia il mandato di tre anni e sei mesi della Comisión de la Verdad, nominata nel novembre 2017 dal Comité de Escogencia (il Comitato di scelta incaricato dalle Nazioni Unite). L’organismo non ha poteri di carattere giudiziario, potrà però indagare e fare chiarezza sui crimini condotti da tutte le organizzazioni armate, non solo guerrigliere ma anche paramilitari e cercherà di accertare la verità anche sulle persone scomparse.
L’inizio del mandato è coinciso con una cerimonia che si è tenuta a Bogotá, nella Casa de Nariño, residenza presidenziale, con il presidente della Repubblica e premio Nobel per la Pace Juan Manuel Santos, importanti autorità, magistrati, rappresentanti Onu e i membri della Commissione, presieduta da padre Francisco De Roux, gesuita da decenni impegnato per la pace e a fianco delle vittime del conflitto colombiano. Nei prossimi tre anni e mezzo la Commissione dovrà redigere un rapporto completo che sarà pubblicato per spiegare al Paese che cosa è stato il conflitto armato colombiano, promuovere il riconoscimento delle vittime e aiutare a costruire una campagna di rispetto e tolleranza.
Il lavoro non parte da zero: in questi mesi la Commissione ha operato per interpretare al meglio i confini del proprio mandato per relazionarsi alle istituzioni e alla società civile. Ha promosso 22 seminari in varie località del Paese, specialmente in regioni periferiche 48 incontri con associazioni di vittime del conflitto, altre decine di incontri con istituzioni internazionali e statali. Tra le categorie ascoltate spiccano le donne e gli indigeni. Tra il materiale archiviato, c’è quello consegnato dalla famiglia del leader liberale Jorge Eliécer Gaitán, il cui assassinio, avvenuto nel 1948, può essere considerato l’atto iniziale della spirale di violenza che ha colpito la Colombia.
L’idea di padre De Roux e dei commissari è di portare a termine in anticipo sui tempi il lavoro, così da poter poi sviluppare un’attività informativa e pedagogica per “contribuire a creare condizioni strutturali per la convivenza tra i colombiani e le colombiane e a porre le basi perché i fatti non si ripetano, ma prevalgano la riconciliazione e la costruzione di una pace stabile e duratura”.
Nel frattempo prosegue, anche se tra mille ostacoli il dialogo di pace tra Governo ed Eln, che dopo il ritiro della disponibilità da parte dell’Ecuador si sposterà da Quito all’Avana, capitale di Cuba, che già aveva ospitato il dialogo di pace con le Farc.