Riepilogo

Notizie Sir del giorno: Bassetti su politica, Galantino su accoglienza migranti, rinuncia Viganò, esplosione Catania, Catalogna, Comece su lavoro, funerali card. Lehman

Politica: card. Bassetti, “i partiti hanno il dovere di governare”. Parlamento esprima “maggioranza che interpreti bisogni fondamentali della gente”

“Il 4 marzo gli italiani hanno votato. I partiti oggi hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di governare e orientare la società. Per questo il Parlamento deve esprimere una maggioranza che interpreti non soltanto le ambizioni delle forze politiche, ma i bisogni fondamentali della gente, a partire da quanti sono più in difficoltà”. Nella parte finale delle conclusioni del Consiglio permanente dei vescovi italiani, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha lanciato un messaggio alle forze politiche. “Si governi, fino a dove si può, con la pazienza ostinata e sagace del contadino, nell’interesse del bene comune e dei territori”, l’auspicio del presidente della Cei. “C’è una società da pacificare. C’è una speranza da ricostruire. C’è un Paese da ricucire”, ha ribadito il cardinale: “Chi è disponibile a misurarsi su questi orizzonti ci troverà a camminare al suo fianco”. (clicca qui)

Cattolici e politica: mons. Galantino, “investire di più” sulla formazione, “spariti” non solo perché non eletti in Parlamento. Accoglienza migranti “non è programma politico, ma Vangelo”

“Investire molto di più” sul tema della formazione, “anche riguardo all’impegno politico”. Ne hanno discusso i vescovi durante il Consiglio permanente che si è chiuso a Roma. Lo ha detto ai giornalisti mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che ha risposto anche ad una domanda sull’esito di questa tornata elettorale, che ha visto vincere formazioni politiche di stampo populistico e di opzione opposta alla cultura dell’accoglienza verso gli immigrati. “Il motivo che porta il Santo Padre, e la Chiesa, a parlare dell’accoglienza dei migranti è un motivo unicamente biblico, evangelico”, ha ribadito Galantino: “Ero forestiero e mi avete accolto sta nel Vangelo, non in un programma politico”. “Quello che è avvenuto – ha proseguito facendo riferimento al voto del 4 marzo – impegna la Chiesa ancora di più non a mettersi a fare la lotta contro chi non la pensa così”, ma a prendere atto che l’esito del voto “è segno che non riusciamo a far passare l’idea che qualsiasi Cristo, di qualsiasi colore della pelle, che ha bisogno non può trovare il cuore della Chiesa chiuso. La Chiesa è in prima linea sull’accoglienza, lo è stata, lo è e lo sarà”. “Non si tratta di convincere qualcuno ad andare a destra o a sinistra, ma di convincere qualcuno ad andare nella direzione del Vangelo”, ha detto Galantino, precisando che la sensibilità verso i migranti “è la stessa sensibilità che porta la Chiesa a interessarsi della famiglia”. (clicca qui)

Papa Francesco: accetta la rinuncia di mons. Viganò da prefetto della Segreteria per la Comunicazione

“Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione (SpC)”. Lo ha reso noto oggi il direttore della Sala Stampa, Greg Burke. “Fino alla nomina del nuovo Prefetto, la SpC sarà guidata dal segretario del medesimo Dicastero, mons. Lucio Adrián Ruiz”. “In questi ultimi giorni – ha scritto mosn. Viganò nella lettera di rinuncia indirizzata al Papa – si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale”. Credo che il “farmi in disparte”, aggiunge mons. Viganò, “sia per me occasione feconda di rinnovamento o, ricordando l’incontro di Gesù con Nicodemo (Gv 31,1), il tempo nel quale imparare a ‘rinascere dall’alto’”. Del resto, “non è la Chiesa dei ruoli che Lei ci ha insegnato ad amare e a vivere, ma quella del servizio, stile che da sempre ho cercato di vivere”. Nella risposta a mons. Viganò, Papa Francesco ha sottolineato come “il grande impegno profuso in questi anni nel nuovo Dicastero con lo stile di disponibile confronto e docilità che ha saputo mostrare tra i collaboratori e con gli organismi della Curia romana ha reso evidente come la riforma della Chiesa non sia anzitutto un problema di organigrammi quanto piuttosto l’acquisizione di uno spirito di servizio”. (clicca qui)

Esplosione Catania: la diocesi, “solidarietà per il lutto che ha colpito il corpo dei Vigili del fuoco”

“L’arcivescovo mons. Salvatore Gristina, avendo appreso con profondo dispiacere la drammatica notizia dell’esplosione che ha funestato nella serata di ieri la città tutta, si associa al profondo cordoglio per le vittime che sono state tragicamente coinvolte e manifesta affettuosa vicinanza alle famiglie”. Lo ha scritto in una nota l’arcidiocesi di Catania, commentando l’esplosione che si è verificata nella serata di ieri in una palazzina, in via Garibaldi, che ha causato tre vittime di cui due Vigili del fuoco. “La Chiesa di Catania, altresì, esprime solidarietà fraterna per il doloroso lutto che nell’atroce evento ha colpito pesantemente il corpo dei Vigili del fuoco, verso il quale nutre autentica ammirazione per il servizio svolto con abnegazione in favore della sicurezza dei cittadini”. (clicca qui)

Spagna: Catalogna, presidenza Generalitat. Sànchez rinuncia, ancora stallo politico in regione

Il presidente del parlamento catalano Roger Torrent ha annunciato stamane che “Jordi Sànchez ha rinunciato alla candidatura come presidente della Generalitat” e che quindi “domani comincerà il terzo giro di consultazioni per la definizione di un nuovo candidato”. Ancora stallo istituzionale quindi in Catalogna: dichiarato costituzionalmente ineleggibile come presidente il primo candidato, l’indipendentista Carles Puigdemont, tuttora in autoesilio in Belgio, era stato scelto il nome di Jordi Sànchez, deputato eletto ma dal 15 ottobre detenuto in via preventiva con l’accusa di ribellione e sedizione. Sànchez, anch’egli candidato di Junts per Catalunya, ha comunicato ieri di voler “ritirare la propria candidatura”. (clicca qui)

Comece: sostegno alla proposta della Commissione Ue per un’Autorità europea del lavoro

(Bruxelles) La Comece, Commissione degli episcopati della Comunità europea, “accoglie con favore l’iniziativa della Commissione Ue di proporre un’Autorità europea del lavoro per rafforzare i diritti di quasi 17 milioni di cittadini europei che lavorano in un altro Paese dell’Ue” rispetto a quello di cui hanno la cittadinanza. La Comece incoraggia il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue “a prendere in considerazione questa proposta il prima possibile affinché l’istituzione possa iniziare a lavorare prima delle elezioni europee del 2019”. Secondo l’organismo ecclesiale con sede a Bruxelles, tale Autorità europea del lavoro “potrebbe svolgere un ruolo importante. Potrebbe aiutare gli Stati membri a implementare i 20 principi del Pilastro europeo per i diritti sociali e promuovere l’economia sociale di mercato europea come definito nei trattati dell’Ue”. (clicca qui)

Card. Lehman: reso noto il testamento spirituale, “teologia e Chiesa sono stati il respiro della mia vita. Lo farei di nuovo!”

“Ringrazio Dio per tutti i doni, in particolare per le persone che mi ha donato, soprattutto i miei genitori, gli insegnanti, il mio Paese. Devo ringraziare molto le tante persone” con cui “ho potuto lavorare e che mi hanno sostenuto”. Comincia così il testamento spirituale del card. Karl Lehmann datato 15 marzo 2009 e reso noto oggi in occasione dei funerali del porporato tedesco, morto nelle prime ore di domenica 11 marzo nella sua casa a Magonza. “Teologia e Chiesa sono stati il respiro della mia vita. Lo farei di nuovo!”. Scriveva Lehmann: “Noi tutti, soprattutto nel periodo dopo il 1945, ci siamo immersi e aggrappati al mondo terreno, anche nella Chiesa. Anche io. Chiedo perdono a Dio e alle persone. Il rinnovamento deve venire dal profondo della fede, della speranza e dell’amore”. Negli oltre 20 anni come presidente della Conferenza episcopale tedesca la preoccupazione è stata “l’unità nella fede e la diversità delle nostre vite, senza paraocchi e uniformismi”. “Sempre più spesso ho nelle orecchie le parole di Gesù nel Vangelo di Luca: quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà (ancora) la fede sulla terra?”. E concludeva invitando a “scegliere un buon successore! Pregate per lui e per me! Addio!”. (clicca qui)