Lutto
“Molte persone sono tristi e commosse, ma anche riconoscenti nel ricordo del nostro defunto cardinale Karl Lehmann, per il quale preghiamo”: sono le parole che ha pronunciato il vescovo di Magonza, mons. Peter Kohlgraf, iniziando l’omelia per i funerali del card. Lehmann che si sono svolti in una città illuminata dal sole che si è fermata per salutare il vescovo che l’ha guidata per trent’anni. Tra i presenti, il presidente federale Frank-Walter Steinmeier e numerose personalità ecclesiali. “Il cardinale è stato un vero pastore e compagno nella ricerca di una fede personale. Non per niente le persone della diocesi di Magonza lo chiamano ‘il nostro Karl’. Era in grado di trattare con tutti: il popolo semplice e le persone che hanno molta influenza sociale, ecclesiastica e politica”, ha detto il vescovo. Come nella vita del card. Lehmann “teologia e fede devono necessariamente rimanere in dialogo con le altre scienze perché non diventino settarie”: “La fermezza nella fede deve rimanere capace di dialogo” e “l’apertura ha bisogno di fede perché non diventi arbitrarietà”. E per questo mons. Kohlgraf ha ringraziato il “teologo e vescovo Karl Lehmann per aver vissuto questa tensione in modo convincente”. Per tutta la vita Lehmann ha voluto “costruire ponti” anche “tra i molti gruppi spesso polarizzati all’interno della Chiesa”. Kohlgraf ha ricordato “gli argomenti che lo hanno tanto occupato: la questione della consulenza alle donne incinte e la possibilità di ammettere all’eucarestia persone con relazioni ferite”. Lehmann “ha ubbidito al magistero pontificio e incassato le sconfitte personali senza amareggiarsi”; al contrario ha dato forma, ad esempio, alla “Rete vita” nella diocesi, per le donne e le famiglie, perché “non voleva che i ponti tra la Chiesa e il mondo venissero abbattuti”.